Interactive Systems for the Creation and Evolution of Web Platform Projects,
Prototyping, Communication Strategy, Crowdsourcing Design, Processing Platforms,
an experimental project on interoperability of research and teaching of Data-Design
conducted through innovative scenarios and forms of organization of the processes
of interactive and collective learning.
in copertina:
Immagini tratte dal sito (annuale) web di sperimentazione didattica ad uso esclusivo degli allievi del corso di Design, prof Cecilia Polidori, freak & pop design . design frikkettone 5/ Sixties Design in the World - PIATTAFORME DIDATTICHECORSO DI DESIGN” -https://designfrikkettone5.blogspot.com/, esempio di sperimentazione con applicazioni di resina espansa, allievo Daniele Parrello, Donna in scala, a.a. 2018,https://designfrikkettone5.blogspot.com/2019/03/donna- in-scala-daniele-parrello.html

materiali e aggiornamenti sulla nuova piattaforma didattica web "DESIGN FRIKKETTONE 10 CORSO DI DESIGN 2019-20" -
https://polidoridesign2020-1.blogspot.com/

prototipi in Dipartimento 24 Ottobre 2019

prototipi in Dipartimento 24 Ottobre 2019

17 Ottobre 2019

17 Ottobre 2019




LEZIONE 14 - Carlo SCARPA

Carlo Scarpa (Venezia 1906 - Sendai, Giappone 1978)
"Se l’architettura è buona, chi la ascolta e la guarda ne sente i benefici senza accorgersene. L’ambiente educa in maniera critica."
vedi: Carlo Scarpa: il cemento nobile di Tomba Brion - http://www.cadememi.it/itinerari/carlo-scarpa-tomba-brion-il-cemento-nobile



















  • da: Carlo ScarpaLo spazio dell’abitare - Disegni scelti 1931-1963, Centro Carlo Scarpa, Treviso, Archivio di Stato - Mostra 22 ottobre 2008 – 28 febbraio 2009 
    La mostra presenta una selezione di disegni in parte inediti di Carlo Scarpa, relativi ai progetti sul tema dell'abitare risalenti al periodo tra gli Trenta e i Sessanta, provenienti dalle collezioni del MAXXI architettura e custoditi presso il Centro Carlo Scarpa di Treviso.
    • tra il 1961 e 1963 restaura la Querini Stampalia, Venezia
    • showroom Olivetti, Venezia 1957-8
    • tomba Brion, cimitero di San Vito, Treviso (1969-78)
    • Museo di Castelvecchio, Verona (1958-74)
    • ingresso IUAV, complesso conventuale dei Tolentini, progetto  1966-71,(esecuzione Serio Los, 1983), Venezia
    • vedi: 

    daC POLIDORI _ LEZIONI 2010-11/ PAGINA 5 aggiornamenti

    Monumento Partigiana veneta, Venezia, 1965-69

    foto Antonio Manno, 2012
    foto Antonio Manno, 2012
    a proposito di CARLO SCARPA, Biblioteca e Fondazione Querini Stampalia Venezia
    il portego Description:
    La funzione di questo percorso in cemento rivestito in pietra è quella di irregimentare l’invasione del piano terra da parte dell’acqua della laguna in occasione del fenomeno dell’"acqua alta". La salvaguardia del piano terra da questo fenomeno viene realizzata da Scarpa intessendo con l’acqua un dialogo fatto di una forte articolazione altimetrica dell’intervento, di punti nei quali l’invasione dell’acqua è consentita, ma mediata da gradoni in pietra che ne misurano il livello, di altre zone nelle quali l’acqua viene convogliata in canalette perimetrali, fino appunto alla completa difesa della zona espositiva o alla completa invasione, a livelli diversi, della stanza a fianco del portego. Qui perimetralmente viene ribassato il pavimento in modo da lasciare in vista il basamento di alcune colonne e lasciare entrare l’acqua che in alcuni casi può arrivare a riempire anche alcuni solchi tracciati al centro del pavimento, fino ad allagare l’intero vano, sul quale si affaccia, come una sorta di pontile, il terminale del percorso a quota "asciutta". La strada percorsa dall’acqua nella sua invasione viene cioè disegnata, usata come mutevole materiale del progetto, così come gli effetti di luce e i riflessi che genera. La volontà di utilizzare l’acqua come elemento fondamentale del progetto di risistemazione della Fondazione è evidente dalla risposta di Scarpa alle richieste di Mazzariol riguardo la necessità di isolare il palazzo dall’alta marea: "dentro, dentro l’acqua alta; dentro come in tutta la città. Solo si tratta di contenerla, di governarla, di usarla come un materiale luminoso e riflettente: vedrai i giochi di luce sugli stucchi gialli e viola dei soffitti. Una meraviglia!" (riportato da Giorgio Busetto, Carlo Scarpa alla Querini Stampalia: ieri oggi domani; in Marta Mazza, a cura di, "Carlo Scarpa alla Querini Stampalia. Disegni inediti", Venezia, il Cardo editore, 1996, pp. 14-15). Ed effettivamente la luce riflessa dalla superficie dell’acqua si propaga con vibrazioni sul soffitto in stucco del percorso, soffitto che continua nell’aula Gino Luzzatto. Quest’aula, annunciata nel percorso da una iscrizione disegnata da Scarpa, viene ottenuta dall’antico portego del palazzo isolando uno spazio con due vetrate, una verso la porta d’acqua e una verso il giardino. In questo modo la caratteristica originaria di questo spazio, quella cioè di essere "passante", di collegare acqua e terra – canale e giardino – viene rispettata anche se portata a generare uno spazio completamente diverso. L’eco della vibrazione di acqua e luce viene ripresa dalle geometrie del pavimento della sala, in lastre di calcestruzzo lavato e corsi di pietra. Questo pavimento sale sulla parete formando un’alta zoccolatura oltre alla quale si trovano due fasce di travertino separate da una rotaia di ottone ad altezza dell’occhio, predisposta per le esposizioni temporanee. Scarpa ha predisposto per la sala un doppio sistema di illuminazione: fra le lastre di travertino sono collocate lampade verticali poste dietro a vetri acidati, che riprendono le fasce di pietra d’istria del pavimento. Per le esposizioni temporanee invece vi erano punti luce (attualmente questo sistema di illuminazione è stato sostituito da faretti orientabili). Sulla destra, attraverso una porta in travertino, si accede alla saletta originariamente riservata ai conferenzieri. Gli spazi descritti, e il percorso che li unisce, sono costellati di elementi preziosi, come l’involucro che accoglie i due termosifoni dell’aula, scultura in pietra d’istria decorata con bande in oro zecchino, ed il pannello del quadro elettrico nell’atrio, formato da due quadrati di ottone intersecati, o come le vasche in pietra, o la lampada posta a pavimento, senza tralasciare l’elaborato disegno dei cancelli delle porte d’acqua. Il fondo della sala è costituito da una vetrata di separazione dal giardino che ha struttura autonoma rispetto alle colonne presenti, distinguendo in questo modo non solo vecchio e nuovo, ma anche ciò che ha funzione strutturale da ciò che costituisce un diaframma. Esterno e interno si confondono, si compenetrano: l’acqua lambisce gli spazi interni, il portego prosegue all’esterno, nel giardino, creando una forte unità spaziale.


    e del negozio Olivetti, in Piazza San Marco, porticato, 1957-8,  restaurato (vedi revisione in aula L2/ design A, del 7 aprile 2011)
    da: CASABELLA, EDITORIALE  Carlo Scarpa, il negozio Olivettiun capolavoro restituito, n. 797, gennaio 2011, p. 2 e succ.
    Carlo Scarpa e Paulo Mendes da Rocha | CASABELLAweb anno 2°
    http://casabellaweb.eu/2010/12/25/carlo-scarpa-mendes-da-rocha/
    ..




    • del negozio Olivetti, in Piazza San Marco, porticato, 1957-8,  restaurato (vedi revisione in aula L2/ design A, del 7 aprile 2011)
      da: CASABELLA, EDITORIALE  Carlo Scarpa, il negozio Olivettiun capolavoro restituito, n. 797, gennaio 2011, p. 2 e succ.
      http://casabellaweb.eu/2010/12/25/carlo-scarpa-mendes-da-rocha/
      foto Davide Ferrante 
        Carlo Scarpapoltrona Club
        Carlo Alberto Scarpa nasce a Venezia nel 1906. Intellettuale, artista, architetto e designer è stato un personaggio isolato, controverso, spesso osteggiato. Una personalità eclettica, la cui cultura è stata alimentata da molteplici e assidue frequentazioni con artisti, architetti, studiosi. La sua formazione avviene nella città di Venezia dove nel 1926 ottiene il diploma di professore di disegno architettonico all’Accademia delle Belle Arti e inizia la propria attività didattica presso lo IUAV che porterà avanti fino al 1977, ricoprendo ruoli sempre diversi. Nel 1927 inizia la collaborazione di Carlo Scarpa con i maestri vetrai muranesi come designer per la ditta Cappellin e C., dove sperimenta per quattro anni le qualità e le possibilità creative offerte dal materiale vitreo. Questo rappresenterà un importante precedente per la futura collaborazione con Venini, per il quale dal 1934 al 1947 Scarpa assume la direzione artistica dell’azienda. Con Venini Scarpa prende parte alle più prestigiose mostre internazionali del design e nel 1934 la Triennale di Milano gli conferisce il diploma d’onore per le creazioni in vetro esposte. Dal 1948, con l’allestimento della mostra antologica di Paul Klee, inizia una lunga e prolifica attività di collaborazione con la Biennale di Venezia. Una serie di mostre personali danno occasione a Scarpa di presentare la propria opera in Italia e all’estero. Tra queste si possono citare quella del Museum of Modern Art a New York nel 1966, di Venezia nel 1968, di Vicenza, Londra e Parigi nel 1974 e di Madrid nel 1978. Al primo viaggio in Giappone del 1969, fa seguito quello del 1978 durante il quale, il 28 novembre, Scarpa muore in un incidente a Sendai. Solo dopo la morte riceverà il conferimento della laurea honoris causa in architettura.


        WHO WAS CARLO SCARPA?
        Carlo Scarpa
        Carlo Scarpa (1906-1978) fu una figura unica della seconda generazione di architetti moderni, in una sola volta profondamente radicato nella cultura arcaica e anacronistica di Venezia, ma anche di capace di tradurre l'antica città tessendo le più moderne concezioni spaziali... Per una laurea ineguagliata da qualsiasi altro architetto moderno, Scarpa si trovava in due mondi: l'antico e il moderno - ...attraverso il suo lavoro ha sempre unito questi due mondi, la costruzione di una nuova interpretazione della conservazione architettonica e ristrutturazione producendo opere che integrano, impegnano e trasformano il loro luogo.

      •  

      • altro gioiello della città che, pur con una storia certamente meno drammatica, ha rischiato seriamente di scomparire nell’oblio, riuscendo alla fine a riemergere in tutta la sua raffinata bellezza. Stiamo parlando del Negozio Olivetti, il cui allestimento venne affidato negli anni ’50 all’architetto Carlo Scarpa. Negli anni ’70 il Negozio diventerà anche sede di piccole mostre d’arte d’alta qualità, come quella dedicata a Dino Buzzati. Il Negozio, situato sotto i portici delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco, verrà poi chiuso e abbandonato negli anni ’90. Dopo averne curato il restauro le Assicurazioni Generali, proprietarie del Negozio, ne hanno affidato la gestione al FAI (Fondo Ambiente Italiano) che lo riaprirà al pubblico a Febbraio 2011, restituendo così agli italiani un’icona del Novecento. Il Negozio diventerà “Museo di se stesso” e luogo di incontro, di informazioni e proposte culturali di alto livello.

      • da:scalpello.blogspot: carlo scarpa negozio olivetti venezia
        da:Picasa Web Album - Antonio Manno
        da:Riapre a Venezia il Negozio Olivetti di Carlo Scarpa | Venezia vive
      • da: Flickr: Album di superfici_di_architettura
        da: Crossing.it • Leggi argomento - Carlo Scarpa Tomba Brion e altri capolavori
        da: Scarpa at Kaboodle
        da: Carlo Scarpa architetto veneziano
        da: christian kerber



      • Nessun commento:

        Posta un commento