1957 lampade in plastica con sostegno metallico - XI Triennale
concorso Conte Biancamano disegno per la sala da pranzo di 2a classe, 1948 circa
disegno per la galleria "delle maschere" di 1a classe, 1948 circa
sala bar di 1a classe
motonavi Lloyd Triestino destinate alle rotte per l'Australia e Sud Africa (Oceania e Africa) -
sala delle feste di 1a classe motonave Victoria e Asia (rotte per l'Estremo Oriente)
1951 turbonave Andrea Doria (cantieri navali Ansaldo di Genova Sestri) rotta New York-Genova, passeggeri nella sala di soggiorno di 1a classe
1950 Transatlantico Giulio Cesare, Italia Soc di navigazione,
sala di soggiorno di 1a classe
e
da: CECILIA POLIDORI TWICE DESIGN 5: **** L'universo di Gio Ponti - http://ceciliapolidoritwicedesign5.blogspot.com/2012/05/luniverso-di-gio-ponti.html
L'universo di Gio Ponti
“Non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l’acciaio, non è il vetro l’elemento più resistente. Il materiale più resistente nell’edilizia è l’arte.”
Così scriveva Gio Ponti, primo celebrato architetto italiano dal successo globale. E’ un fatto che Ponti sia stato un grande architetto, un accanito animatore, uno spirito libero curiosamente inserito nel mondo pratico e concreto dell’industria e dell’imprenditoria. Ponti si muoveva con estrema libertà all’interno delle varie discipline: pittura, grafica, design, architettura, editoria, arti applicate erano praticate con grande disinvoltura e passione. Con il suo atteggiamento è forse l’autore più rappresentativo di quel processo progettuale volgarmente chiamato “Dal cucchiaio alla città” alla ricerca appunto di una metodologia progettuale applicabile a diversi oggetti, dal grattacielo alla maniglia.
L’esperienza di entrare a conoscere il suo lavoro può avvicinarsi a quella di un labirinto, dov’è inevitabile trovarsi dinanzi molte strade e non sapere quali prendere, perché tutte importanti e stimolanti, con il risultato finale di perdersi. La sua produzione è talmente plurale, quasi un caleidoscopio, che tutte le componenti poetiche accrescono la suggestione di un’interpretazione infinita.
Gio Ponti oltre a essere uno dei primi architetti globali del Novecento, è anche un designer riconosciuto a livello internazionale, quanto un noto teorico e critico dell’architettura.
Alla sua curiosità e al suo genio si devono le nascite della rivista Domus nel 1928 e della storica pubblicazione Stile, come un largo impegno nella ricerca dei legami tra l’architettura e le arti, compresa la loro promozione ed esposizione, che portò alla creazione della prima mostra Triennale di Milano nel 1933.
Gio Ponti definiva vera e propria “vocazione”quella di disegnare mobili. Ha disegnato moltissimi oggetti nei più svariati campi, arredi per uffici e spazi pubblici come la Poltrona serie Dezza, produzione Frau New Line, 1966 e complementi per edifici prestigiosi come il Palazzo Montecatini a Milano (1936-38). L’amore per i materiali è uno degli aspetti che hanno caratterizzato la progettazione dei mobili di Ponti. La capacità di amare contemporaneamente materiali tradizionali (marmo, legno, carta, tessuti, ceramica) e quelli nuovi (cristallo, materie plastiche, alluminio) dava a Ponti la possibilità di operare nuove esperienze dall’architettura all’arredamento, dall’artigianato all’industrial design. La produzione di mobili e oggetti è accomunata da una figurazione semplificata elegante e equilibrata: si tratta di un classicismo che possiamo ricondurre ad una scelta etica prima ancora che estetica.
“L’ aspetto classico” deriva dal suo temperamento e dalla sua formazione culturale. Ma “classico” è l’oggetto che Ponti riconosce come oggetto che resiste al tempo, quindi oggetto che non segue uno stile.
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Superleggera,Cassina (1952-57) |
La sedia “Superleggera” per Cassina (1952-57) sembra essere la cosa meglio riuscita in questo senso, “è la sedia di sempre” dice Ponti, una “sedia-sedia”, forte, economica, così chiamata perché composta da una struttura esile e molto leggera in legno di frassino. Nonostante le apparenze la sedia è molto leggera grazie all’ampia distanza tra le gambe. Tra le particolarità: lo schienale che si curva nella parte superiore per accogliere il corpo seduto e la seduta realizzata con un materiale inusuale, la canna d’India, tipico della sedia di Chiavari, risalente al primo Ottocento, cui Superleggera si ispira. Una sedia quindi dalla lunga storia. Nasce già come “Leggera” nel 1951 e nel tempo le sue sottili sezioni verranno sempre più alleggerite da Ponti fino a dar vita, appunto, nel 1957 alla Superleggera, icona del design contemporaneo.
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Sedia Livia,1937 |
Insieme alla Superleggera anche Sedia Livia emerge per le sue qualità di praticità e maneggevolezza. Disegnata per gli Uffici dell’università di Padova nel 1937, con la sua struttura in faggio massiccio, sedile in compensato tinto o laccato in diversi colori, è una sedia perfetta e di un classicismo senza tempo, destinata all’uso quotidiano.
Nel suo lavoro Ponti non dimentica mai la serie. Nel definire pezzi unici straordinari già elabora soluzioni ugualmente poetiche ma tecnicamente e dimensionalmente realizzabili per uso allargato, immaginando un mondo nuovo per l’artigianato all’interno dell’industria, come elaboratore di preziose pre-serie o addirittura di prototipi per una produzione più massiva. Oggetti d’uso quotidiano come le Posate Sambonet progettate da Gio Ponti e in produzione dal 1932, il cui design innovativo all'epoca della loro introduzione sul mercato è straordinariamente attuale anche oggi grazie al magistrale equilibrio formale di ciascun singolo pezzo.
E’ nell’oggetto di grande serie che si cela la sua forte ricerca della vera forma.
Per Ponti “Il ricostruire la purezza originale del rapporto tra forma e funzione non deriva quindi dalla funzionalità, ma deriva da una vera e propria nostra esigenza di critica estetica e di civiltà intellettuale …, per necessità mentale di riportare gli oggetti a quella che avrebbe dovuto essere la loro forma vera originaria, di ricondurli al rapporto armonico tra forma e funzione..”
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Macchina da cucire Visetta per Visa,1949 |
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Macchina per il caffè Pavoni , 1948 |
Ponti si sentiva attratto verso quel disegno industriale che esprimeva questi principi, che egli stesso manifesta attraverso le opere di design come la Macchina da cucire Visetta per Visa, 1949 e quella del caffè, disegnata per la Pavoni nel 1949 che deve la sua novità assoluta di immagine al ribaltamento dell’asse della caldaia cui si associa la sincerità funzionale del serbatoio cilindrico e lo slancio aggressivo dei tubi d’uscita del vapore in un dinamismo rutilante.
E’ la fantasia che accompagna Gio Ponti nella progettazione dei suoi oggetti.
“Io credo che ogni mobile, pur essendo sempre funzionale deve interessare la fantasia di chi lo disegna e di chi lo guarda”.
E di fantasia Ponti ne ha avuta tanta!Non solo nella definizione dei suoi oggetti ma anche negli aspetti decorativi e nell’uso del colore, componente sempre attiva nelle sue produzioni. Le linee sobrie e sottili, i giochi e le fantasie dei suoi segni, compongono le superfici dello spazio. Gio Ponti amava procedere « per superfici » - dal mobile al pavimento, alla facciata, e il « suo » colore era, sopratutto, il « colore unico », alternato al bianco. Il bianco compare sempre in Gio Ponti : il bianco gli da modo di giocare sul positivo/negativo, e così « alleggerire », come egli amava, la superficie stessa.
Con le forme e il colore Gio Ponti animava spazi interni ed esterni come le piastrelle in ceramica disegnate per gli alberghi Parco dei Principi a Sorrento e a Roma.
Ponti utilizza moltissimi materiali, ma quello attraverso cui esprime al meglio il suo estro creativo e il gioco di forme e colori è la ceramica!Ponti ha rivestito, infatti, un ruolo molto importante nello sviluppo e rinnovamento nel settore della ceramica e della porcellana di qualità.
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Ceramiche disegnate per Richard-Ginori.
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Nel 1923 inizia a collaborare con la Richard-Ginori, di cui fu direttore artistico fino al 1930, progettando ceramiche decorate con disegni preziosi di ispirazione classica. Ponti è senza dubbio una delle figure centrali del gusto déco non soltanto in Italia.
Nei pezzi disegnati per la manifattura Richard-Ginori le forme non sono mai banali e i decori mostrano scene e piccole figure nelle quali la citazione archeologica, l’eleganza neoclassica, l’ispirazione palladiana è sempre unita alla levità e all’ironia.
Il colore pervade non solo le superfici ma anche gli oggetti come i coloratissimi piatti della collezione "Fantasia Italiana" per Ceramiche Franco Pozzi, 1967 e i Tessuti.
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Gio Ponti. Stoffa Estate, Manifattura Jsa. 1957
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Stoffa Balletto alla Scala per Manifattura JSA , 1950 |
Questo mondo intenso di colori, geometrie, sobrietà ed eleganza mi ha colpita in modo particolare. Gio Ponti è stato un grande artista, e di lui ho apprezzato molto non solo il suo stile, semplice ed elegante, ma anche il suo pensiero, la sua visione verso la ricerca della vera forma dell’oggetto, l’utilizzo appassionato dei materiali senza differenza di valori ed in particolar modo ha suscitato in me molta curiosità e interesse la sua passione verso le superfici colorate e le ceramiche. La sua purezza nella forma e nel colore mi hanno ricondotta immediatamente ad un altro grande designer Ettore Sottsass, che ho avuto modo di studiare questo anno.
Per Sottsass “colore non è un'invenzione artificiale, ma esso è il cosmo stesso.” Un cosmo ricco di forme, linee, colori che penetrano le superfici e le compongono. Così come fa Ponti con le sue piastrelle colorate! Le utilizza per rivestire pavimenti, pareti, così che non c’è differenza tra una superficie e l’altra. Anche Sottsass come Ponti ha prodotto molte ceramiche utilizzando la tecnica degli smalti, perfetta per esprimere l’estro creativo e l’unicità del suo design. E’ proprio dallo studio di alcuni schizzi di Sottsass sulla tecnica degli smalti che prende avvio il mio progetto di Packaging. Mi ha molto entusiasmata l’idea di poter racchiudere ed esprimere attraverso un oggetto una piccolissima parte della vita di Ettore Sottsass.Ciò che secondo me meglio lo rappresenta sono i suoi colori! Per questo ho scelto di rivestire per intero il mio packaging con alcuni disegni di smalti da lui proposti. Le forme così si rincorrono, i colori compongono le facce e caratterizzano gli oggetti.
Il Design diventa colore!
Riferimenti bibliografici:
Ugo La Pietra, Gio Ponti, ed. Rizzoli,Milano 1988 pgg. VII-XII, XIX
Link riferimento testo:
http://www.digitmedia.it/new/luniverso-creativo-di-gio-ponti-alla-triennale-di-milano/
http://www.giopontiarchives.org/Cornice/Gallerie%20foto/018%20P.Principi%20Sorrento/ill018.html
Link riferimento immagini:
http://taccuinodicasabella.blogspot.it/2011/06/fascination-for-ceramics-mostra-della.html
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primo contributo parte B: Caterina Sposato
in costruzione
18 X 2012, comunicazione di Caterina Sposato, ex allieva,
anno 2011-12
vedi:
VALUTAZIONE frequenza + 4 chiavi + 4 esercitazioni + post: MOLTO BUONO, ammessa all’esame.
esame sostenuto l' 11 7 2012, voto 30/30
da: Università degli Studi Mediterranea - Didattica - Scheda materia - Disegno industriale A -Anno Accademico 2011/2012
Il miglior secondo post realizzato quest'anno è di Caterina Sposato: www.ceciliapolidoritwicedesign5.blogspot.it/2012/06/roma-dal-finestrino.html; l'anno prossimo diventerà una comunicazione ai nuovi allievi (dispensa) | |
Illustrazione dell’immagine di copertina: Matitina + Ceramica di Giò Ponti.
- MOTIVAZIONE DI ROMA DAL FINESTRINO Breve resoconto dell’esperienza del viaggio e della mostra di ceramiche.
- LAYOUT DEL LIBRICINO
Rimando a Foto dal Finestrino di Ettore Sottsass.
- IMMAGINI A CONFRONTO DEI DUE LIBRI, SIA IN COPERTINA CHE ALL’INTERNO:
- Occasione di un resoconto, del mio viaggio, a parole e di una suggestione dell’immagine. - Cosa questa esperienza mi ha lasciato: la possibilità di comunicare per immagini . Voglia di suscitare emozioni comunicando in maniera alternativa alla parola.
- LA MIA CREAZIONE : La Matitina Parlante!
Marchio da registrare….
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Sposato Caterina A1 P3 ok 1 post + 1 post = 2 post + 1 doppio post=4 post IV 12+1=5 post+bracc=6 post+su P2 porta CD: 5 e 1/2 post = TOT 11 e 1/2 +su P1 Tulip 1 post=totale 12 e 1/2 post su SA1
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da: CECILIA POLIDORI TWICE DESIGN 5: Roma dal finestrino - http://ceciliapolidoritwicedesign5.blogspot.com/2012/06/roma-dal-finestrino.html
Arte: Roma, la ceramica di Gio Ponti in mostra a Villa Torlonia - Yahoo!: Roma, 21 ott. - (Adnkronos) - ''Gli acrobati ci insegnano che tutto e' immaginabile e possibile, al di la' dei limiti, ma con lietezza, forza, coraggio e giovinezza, immaginazione, bonta'''. Cosi' Gio Ponti in una lettera alla figlia Lisa esprime la poetica alla base del suo repertorio figurativo, unico per carica innovativa, sottolineando il ruolo creativo dell'artista al servizio del bene comune. Roma ricorda il grande architetto e designer italiano Gio Ponti (Milano, 1891-1979) con la mostra "Il fascino della ceramica", al Casino dei Principi di Villa Torlonia (Via Nomentana 70) da domani al 19 febbraio 2012.
Non a tutti, infatti, e' noto che Gio Ponti, tra i migliori architetti e designer italiani, inizia la sua carriera negli anni Venti assumendo, tra 1923 il 1930, la direzione artistica della storica Manifattura Richard-Ginori. Di questa produzione, segnata da un elevato pregio artistico, sono in mostra oltre cento opere tra disegni e ceramiche, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private.
22 Ottobre 2011 - 19 Febbraio 2012
Gio Ponti. Il fascino della ceramica
Luogo Casino dei Principi
Orario
dal 22 ottobre 2011 al 19 febbraio 2012 da martedì a domenica ore 9.00-19.00. Chiuso il lunedì (la biglietteria chiude 45 minuti prima).
Condizioni di gratuità e riduzioni previste dalla normativa vigente
Ingresso gratuito
l ) ai docenti e agli studenti delle facoltà di architettura, di conservazione dei beni culturali, di scienze della formazione e dei corsi di laurea in lettere o materie letterarie con indirizzo archeologico o storico artistico delle facoltà di lettere e filosofia, appartenenti all’Unione Europea. Il biglietto gratuito è rilasciato agli studenti mediante esibizione del certificato di iscrizione per l’anno accademico in corso, ad eccezione dell’installazione del c.d. Planetario di Roma presso il Museo della Civiltà Romana
Omaggio al grande architetto e designer Gio Ponti con le ceramiche ideate per la manifattura Richard-Ginori tra il 1923 e il 1930.
La mostra “Il fascino della ceramica”, allinea eleganti opere, in prevalenza manifattura Richard Ginori, di cui Gio Ponti fu direttore artistico negli anni Venti, realizzate tra il 1923 e il 1930 e destinate alla ricca borghesia milanese, con i loro decori ispirati all’arte greca, romana, etrusca e all’architettura palladiana. In mostra oltre cento opere tra disegni e ceramiche, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private.
In collaborazione con Richard Ginori, Museo di Doccia
Gio Ponti e la ceramica: l'ironia sospesa di un maestro architetto
Donne adagiate su soffici nuvolette, corde che imbrigliano il corpo, architetture classiche e moderne avanguardie: pochi sanno che il grande artista milanese, tra gli anni '20 e '30 del Novecento, rivoluzionò l'arte decorativa del marchio Ginori.
Titolo: 'Fabrizia', vaso con coperchio, maiolica in blu con decoro giallo-ocra, collezione privata
Un grande architetto come Gio Ponti non ha certo bisogno di presentazioni,
la spinta creativa e la capacità di rendere oggetto un'idea della mente è tipica di ogni grande designer, e forse non tutti sanno che Ponti non si è dedicato sempre e soltanto all'architettura, i primi passi della sua lunga carriera li ha mossi come direttore artistico della casa di ceramiche Richard Ginori, rivoluzionando il gusto e lo stile decorativo del tempo. Come? Attraverso sospensioni, ironie, funambolismi da circo, donne tornite che 'galleggiano' sulle nuvole...
"Gli acrobati ci insegnano che tutto è immaginabile e possibile, al di là dei limiti, ma con lietezza, forza, coraggio e giovinezza, immaginazione, bontà". In queste poche parole, che Gio Ponti indirizza alla figlia Lisa, è espressa tutta la poetica alla base del suo repertorio figurativo. Dopo l'esposizione al Grattacielo Pirelli di Milano, anche la Capitale ricorda il grande architetto e designer italiano con la mostra 'Il fascino della ceramica', al Casino dei Principi di Villa Torlonia, fino al 19 febbraio 2012.
"Il senso della mostra è proprio quello di far conoscere un Gio Ponti diverso - spiega a NanniMagazine.it Dario Matteoni, curatore della mostra -, non solo grande architetto, ma anche grande designer, capace di infondere alla ceramica un gusto estremamente innovativo, personale, controcorrente e bizzarro". Gio Ponti, tra 1923 il 1930, assume infatti la direzione artistica della storica Manifattura Richard-Ginori. Di questa produzione Villa Torlonia ospita oltre cento opere tra disegni e ceramiche, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private.
"La mostra documenta in maniera esaustiva l'attività di Ponti pressol'azienda Ginori che, che con l'arrivo del designer milanese, rinnova interamente il suo campionario e si apre a nuove interpretazioni della decorazione", continua Matteoni. Gio Ponti disegna i decori e studia nuove forme per la casa di ceramiche, produzione che sarà presentata nel 1923 alla Biennale di Monza e nel 1925 all'Expo di Parigi, momento in cui sarà lanciato il gusto Art Déco in Europa. "Sul piano del decoro Ponti recupera l'antico, la classicità, scegliendo di ornare le ceramiche con una serie di personaggi del mito e della tradizione epica greca e romana, e riprende lo stile classico anche per quanto riguarda le forme dei vasi e dei piatti decorati".
All'ingresso della mostra fa bella mostra di sé un grande cista azzurra,opera che ha per titolo 'Il trionfo dell'amore e della morte', che in realtà è il recupero di un manufatto di provenienza romana, trattandosi in origine di un'ampia urna che conteneva i monili della donna defunta. Proseguendo lungo il percorso espositivo l'occhio è attirato dai colori e dalle forme leggiadre con cui il desigenr ha scelto di decorare vasi, coppe, piatti, urne e alcuni disegni preparatori realizzati in lapis, matita e tempera. I decori sono ispirati all'arte greca, romana, etrusca e all'eleganza neoclassica, come nelle ceramiche de 'La conversazione classica', o nelle maioliche 'Orfeo' e 'Euridice'. 'La Conversazione classica' che Gio Ponti "ha disegnato per il grande vaso chiuso di Richard Ginori è quasi un programma - scrive Matteoni nel comunicato stampa di presentazione della mostra -. È l'ideale di città. Il suo bel piano di marmi contesti si allontana nell'orizzonte tra respiri calmi di misurate proporzioni; è più di una conversazione classica, un'infinita conversazione di cose e spiriti ne spiega e intesse l'ideale ritmo. Ne 'La Conversazione Classica' ogni figura è al suo posto, ogni gesto è controllato, ogni scena è rinchiusa. Son pure persone vive questi putti con la serpe, l'ermafrodita, il filosofo seduto, il disegnatore, il nummario, il polipo della fontana, l'architetto; e pure sono così regolati, come pedine di scacchiera, che s'infilano a piombo come statue. E un curioso gioco. Sembra che le figure s'impietrino, e invece la città si muova nell'obliquo scorcio. Il programma teorico si dichiara in forma di fiaba".
['Pellegrino di Montesanto', bolo, porcellana bianca con decoro rosso-porpora, verde, giallo, nero-bruno, collezione privata]In parallelo con quanto avviene in Europa a cavallo degli anni '20 e '30, in cui ogni grande ceramista realizzauna serie di opere di argomento comune (le cosiddette 'famiglie'), Gio Ponti realizza la serie 'Le mie donne', figure femminili tornite e ammiccanti, adagiate su soffici nuvole, o sospese nel vuoto attraverso delle corde, quasi fossero delle equilibriste che sfidano le leggi della natura e danzano nell'aere, facendosi quasi beffe del grande circo della vita presente sullo sfondo, dove si ergono edifici e architetture di età classica e moderna a un tempo. Di gran gusto anche la serie di vasi a tema venatorio, con il trionfo della caccia, la bella figura di Diana, le agili amazzoni a cavallo. Sempre a proposito delle 'famiglie', ecco la serie di vasi a tema geografico, con grandi opere panciute decorate come fossero mappamondi. "Di particolare rilievo - sottolinea il curatore della mostra - la composizione di opere in ceramica che aveva funzione di centro tavola, utilizzata dalla casa Savoia in occasione delle cerimonie di Stato. Per la mostra abbiamo raccolto le opere principali della composizione originaria: molto bella la figura femminile centrale, ovvero 'Italia', attorniata da una serie di elementi, ad esempio i vetri che rispecchiano l'Italia, i segnaposto finemente decorati, la presenza dello stemma Savoia e così via".
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