Interactive Systems for the Creation and Evolution of Web Platform Projects,
Prototyping, Communication Strategy, Crowdsourcing Design, Processing Platforms,
an experimental project on interoperability of research and teaching of Data-Design
conducted through innovative scenarios and forms of organization of the processes
of interactive and collective learning.
in copertina:
Immagini tratte dal sito (annuale) web di sperimentazione didattica ad uso esclusivo degli allievi del corso di Design, prof Cecilia Polidori, freak & pop design . design frikkettone 5/ Sixties Design in the World - PIATTAFORME DIDATTICHECORSO DI DESIGN” -https://designfrikkettone5.blogspot.com/, esempio di sperimentazione con applicazioni di resina espansa, allievo Daniele Parrello, Donna in scala, a.a. 2018,https://designfrikkettone5.blogspot.com/2019/03/donna- in-scala-daniele-parrello.html

materiali e aggiornamenti sulla nuova piattaforma didattica web "DESIGN FRIKKETTONE 10 CORSO DI DESIGN 2019-20" -
https://polidoridesign2020-1.blogspot.com/

prototipi in Dipartimento 24 Ottobre 2019

prototipi in Dipartimento 24 Ottobre 2019

17 Ottobre 2019

17 Ottobre 2019




LEZIONE 12 - (parte prima) Superstudio, Archigram Group (Renzo Piano, Frei Otto, Buckminster Fuller), Archizoom, Gio Ponti, Vico Magistretti, Castiglioni, Mario Bellini, Marco Zanuso, Bruno Munari, Enzo Mari, Gae Aulenti, Gaetano Pesce

LEZIONE 12  - Superstudio, Archigram Group (Renzo Piano, Frei Otto, Buckminster Fuller), Archizoom, Gio Ponti, Vico Magistretti, Castiglioni, Mario Bellini, Marco Zanuso, Bruno Munari, Enzo Mari, Gae Aulenti, Gaetano Pesce


vedi:








Kunsthaus, Graz, Austria, progettato dai fondatori dell'Archigram Group, Peter Cook e Colin Fournier tre decenni dopo la chiusura collettiva.


Archigram Group, 1961 (Manifesto)- 1974, gruppo di architetti della mitica Londra degli anni'60, movimento Pop Art: Peter CookWarren ChalkRon HerronMike Webb e David Greenefavorevole ad un'alta tecnologia, peso leggero, approccio infra-strutturale, il gruppo ha sperimentato tutto questo adoperando una tecnologia modulare, la mobilità attraverso l'ambiente, lo spazio e capsule di massa dei consumatori di immagini. Le loro opere offrono una seducente visione di un futuro glamour dell'età delle macchine e, tuttavia le questioni sociali e ambientali sono rimaste immutate.
Archigram agitò il modernismo per evitare di diventare una sterile e sicura ortodossia dai suoi aderenti. A differenza di ephemeralisation di Buckminster Fuller, che vuole fare di più con meno materiale possibile (perché il materiale è finito), Archigram si basa su un futuro di interminabili risorse.
Le opere di Archigram hanno avuto un futuristico slancio sotto l'influenza di Antonio Sant'EliaBuckminster Fuller e Yona Friedman sono stati anche importanti fonti di ispirazione. Le opere di Archigram sono servite come fonte di ispirazione per architetti come Norman FosterSteven Holl, Future Systems, Renzo Piano e Richard Rogers....
Frei Paul Otto (Chemnitz31 maggio 1925 – Leonberg9 marzo 2015) è stato un architetto e ingegnere tedescoLa carriera di Otto ricorda per certi versi gli esperimenti architettonici più completi di Buckminster Fuller (12 luglio 1895 a Milton, Massachusetts - 1 luglio 1983, Los Angeles, California, USA: entrambi erano insegnanti all'Università di Washington a St. Louis verso la fine degli anni cinquanta; entrambi erano architetti importanti all'Expo di Montréal del 1967 ed entrambi erano interessati alle strutture reticolarinello spazio fratto tempo. Infine, tutt'e due sperimentarono tali strutture nelle costruzioni gonfiabili.
  • 1960 - The Dome over Manhattan fu una proposta per una città a cupola geodetica di 3 chilometri di diametro che avrebbe potuto coprire l'intera Midtown di Manhattan
  • 1967 Cupola geodetica Expo di Montréal.
  • 1972 coperture dello stadio Olimpico di Monaco di Baviera realizzate per le Olimpiadi.













Plug-in-City

Progettata da Peter Cook nel 1964, la Plug-in-City (città connessa) è una mega struttura senza edifici, una massa compatta di elementi di forma similare (le abitazioni sono a forma di celle o componenti standardizzati). La macchina non solo viene accettata di buon gusto, ma anche acquisita e rielaborata. Anzi, viene innalzata al livello dell'essere umano, che tuttavia preserva una posizione di "superiorità", grazie alla capacità di pensiero, del ragionamento e, soprattutto, dell'"analisi e risoluzione dell'imprevisto".
The Walking City
Progettata da Ron Herron nel 1964, la cosiddetta città a piedi è costituita da edifici intelligenti o robot in formato gigante, di per sé baccelli contenitori vita, che potrebbe vagare per la città. La forma derivante dalla combinazione di insetti e di macchine è stata un'interpretazione letterale da Le Corbusier, aforisma di una casa come una macchina in cui vivere. I baccelli sono indipendenti, contengono parassiti che potrebbero entrare o uscire in stazioni dove questi occupanti vengono cambiati o dove si ricostituiscono le risorse disponibili. Il cittadino è quindi un nomade non totalmente differente dall'attuale automobile. Il contesto era concepito in un mondo futuro dopo un conflitto nucleare.

Instant City

Instant City (tradotta città instananea) è una fiera della tecnologia mobile che si sviluppa nei quartieri degradati, nella squallida città volante (come un palloncino) con strutture provvisorie. L'effetto è una deliberata sopra stimolazione per produrre una cultura di massa, con un abbraccio di pubblicità estetica. L'intero sforzo alla fine è destinato a passare lasciando indietro l'aggancio con la tecnologia avanzata.

da: 11/04/2019

LEZIONE 12 - DISPENSA 8 - Castiglioni/ Armstrong allunaggio/ Zanuso, Sapper & Grillo & Brionvega/ Superstudio & Quaderna Zanotta & Abet Print/ 1972 MOMA The New Domestic Landscape & Sottsass & Joe Colombo & Bellini & Aulenti 

- https://designcpolidori.blogspot.com/p/blog-page_3.html


 design frikkettone - corso di design 2017-8: LEZIONE 10 - il triennio del '68: '67/'68/'69: Easy Rider/ Dr. No/ Agente 007 - Licenza di uccidere/ Herbert Marshall McLuhan & Villaggio globale/ massacro di My Lai/ Hippies & Beatnik/ The Troubles & Bloody Sunday/ assassinio di M L King e Bob Kennedy/ Olimpiadi Città del Messico/ Christiaan Barnard e i primi trapianti di cuore/ The Rolling Stones & We Love You 1967 & Gimme Shelter 1969 & Sympathy for the Devil & Altamont 1969 muore Brian Jones & with Hells Angels/ Beatles Yellow Submarine 1968/ David Bowie Ground Control to Major Tom & typewriter/ Sottsass & Valentine/ 1968 Barbarella/ Castiglioni & Zanotta & Flos/ Munari "complicare è facile..." & Mari/ alcune sperimentazioni dei miei corsi di design/ / 1969 Lennon & Yoko & Bed-in/ Jim Morrison "vogliamo il mondo, lo vogliamo adesso!"
da: LEZIONE 11 a.a. 2017-8 - 1970 e 1972

Apollo 11, 21 luglio 1969, sbarco sulla Luna
Marco Zanuso & Richard Sapper, telefono Grillo per Siemens 

"[...]Vorrei citare tre autori milanesi della generazione precedente alla mia che considero, oggi come allora, grandi maestri. Il primo è Marco Zanuso, designer e architetto: insieme a Richard Sapper, entrato nel suo studio nel 1957, mette a punto due televisori che giudico, senza ombra di dubbio, i prototipi di qualsiasi altro venuto dopo. Nel 1964, dieci anni dopo l'arrivo della tv in Italia, firma l'Algol per Brionvega: in un periodo in cui tutti gli apparecchi sono mascherati da mobiletti kitsch in legno, fatti per mimetizzarsi tra gli arredamenti vecchio stile con i quali devono convivere, Zanuso progetta il suo televisore come uno strumento industriale, una macchina, di cui mette in bella vista tutti gli ingranaggi. La forma, con lo schermo inclinato e arrotondato, è dettata dal componente principale, fino ad allora celato: il tubo catodico."

Enzo MARI25 modi per piantare un chiodo, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2011, pag.73. 
1965-6 IT
Vico MagistrettiMilano, 6 ottobre 1920 - Milano 19 settembre 2006
lampada Eclipse (la Luna in una stanza), per Artemide
Premio compasso d'oro nel 1967



Hal 9000, 2001 Odissea nello Spazio, 1968
2001: odissea nello spazio è un film di fantascienza di Stanley Kubrick del 1968 basato sul romanzo ‘La sentinella’ di Arthur C. Clarke, SceneggiaturaArthur C. ClarkeStanley Kubrick
trama e commenti vedi: Alberto Mellano, Kubrick e l'avventura dell'uomo moderno, su Intercom web, 2001 Odissea Nello Spazio - Stanley Kubrick - http://intercom.publinet.it/ic13/2001.htm
inoltre video-animazione esplicativo anche in italiano su  New Media Giants:  Kubrick 2001: The space odyssey explained 

c polidori, corso di design 2013-14: buon natale, buona pasqua, buon 1° maggio

Ghirlanda Design




Profilo prodotto
Tipo di oggettolampada
Ideaispirarsi al fenomeno dell' eclissi per creare una lampada la cui fonte di luce è regolabile a piacimento
Concettifunzionalità, praticità, versatilità, interazione, astrofilia.
ProduttoreArtemide
Prodotto dal1967
Materialialluminio verniciato



1966 
EU: FR
1966, Pierre CardinFR & USA o viceversa
Andrè Courrèges, ha ideato la minigonna contemporaneamente a Mary Quant, e fu il primo a realizzare abiti usando la plastica e il PVC, sperimentando attraverso materiali polimerici le linee geometriche ed i temi suggeriti dalle conquiste spaziali, e dalle prime missioni lunari.
PIERRE CARDEN, divise per la TWA, maggio  1968
Come rubare un milione di dollari e vivere felici 
How To Steal a Million, regia di William Wyler1966 
Titolo originaleHow to Steal a Million
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneUSA
Anno1966
Durata127 min
Colorecolore
Generecommedia
RegiaWilliam Wyler
SoggettoGeorge Bradshaw
SceneggiaturaHarry Kurnitz
ProduttoreFred Kohlmar
FotografiaCharles Lang
MontaggioRobert Swink
MusicheJohn Williams
ScenografiaAlexandre Traune
 Audrey Hepburn abiti creati da Hubert de Givenchy.

Designed by André Courrèges Coat dress 1965
André Courrèges, Suits, c.1966, In the 1960’s, Couregges was a young designer known for his ‘futuristic’ fashion and launched his collection ‘Space Age’ in 1964. He focused on simple lines and silhouettes in his garments, which looked even more striking in the combinations of graphic black and white. He was also known for his innovative use of unconvential materials such as PVC and metal., cfr: Uncategorized | wherethetrendbegan


Heather Downham interpreta Penny Brahms a bordo dell'Aries 1 B - 2001 A Space Odyssey
 
il percorso a 360° dell'hostess in assenza di gravità
celebre centrifuga della navicella spaziale Discovery, costumista: Sir Edwin Hardy Amies, e Frederic Fox, responsabile del design dei cappelli a forma di uovo.
1968 2001 a Space Odissey

          Hardy Amies Ltd - Wikipedia, the free encyclopedia: "In 1967, Amies was commissioned by director Stanley Kubrick to design the costumes for his film 2001: A Space Odyssey".

da: Cecilia POLIDORI, Il design qualunque, 2003, immagine elaborata dall'autrice: atelier di Olivier Mourgue, dondolo a cerchio, struttura in metallo imbottita e con rivestimento sfoderabile, prototipo per Airborne, 1967   
"In 1967, Amies was commissioned by director Stanley Kubrick to design the costumes for his film 2001: A Space Odyssey.[4] The collection allowed Amies to design totally futuristic fashions. In 2001, the standard attire was a business-as-usual approach to the corporate fashion. There were no neck-ties as they were in zero gravity. The Russian women scientists wore dark conservative clothing, reflecting their own conservative values. Although Kubrick's 2001 wardrobe was practical, it still reflected the mid-1960s slender look. The military and spacecraft uniforms were as common as they are now, with no dramatic changes. American women in 2001 retained roles they held in the 1960s as Hotel receptionists and air stewardesses. The women wore space-age travelling hats while carrying hand bags. According to 'Setting the Scene' by Robert S. Sennett (Harry N. Abrams, Inc., 
Publishers, 1994), many design elements of the film seem to reflect swinging London c. 1968, rather than the imagined future. The stewardesses' uniforms, designed by Hardy Amies, look like the uncomfortable unisex pant suits that were being promoted in the late 1960s. An epic science fiction film, it demonstrated the immense range of Amies' design ability, and was nominated for four Academy Awards – receiving one for visual effects. In 1991, the film was deemed "culturally, historically, or aesthetically significant" by the United States Library of Congress and selected for preservation in theNational Film Registry.
Amies' work was seen in a handful of other films of the 1960s: he dressed Albert Finney in Two for the RoadTony Randall in The Alphabet MurdersJoan Greenwood inThe Amorous Prawn and Deborah Kerr in The Grass is Greener."
Paco Rabanne

Due per la strada (Two for the Road) regia di 



Paco Rabanne da: Life Magazine, 14 agosto, 1967

Nella couture sbarcano modelli e materiali d'ispirazione liberamente futurista, rompendo con il passato a favore di un manifesto che promuova contatti sempre più diretti e concreti con la scienza astronautica applicando le queste importanti innovazioni nel campo della moda. Da non dimenticare le conquiste della scienza degli anni '60: il primo uomo nello spazio, il cosmonauta sovietico Jurij Gargarin che compie la prima passeggiata dell'uomo nello spazio e le prime missioni lunari.
André Courrèges sperimenta attraverso materiali polimerici linee geometriche e temi "spaziali"nel 1964 e lancia la sua collezione "Space Age", dove i capi sono tagliati secondo il geometrismo più rigoroso e costruiti secondo un principio avanguardista, grazie all'utilizzo di fibre sintetiche come il Pvc e inserti in metallo.
Paco Rabanne (nato in Spagna nel 1934) suggerisce il metallo al posto dei tessuti,
"... un respiro formidabile arrivato da Courrèges, Cardin ed io: i tre moschettieri... noi aprimmo le finestre sull'attualità, la modernità degli anni '60. La costante di tutte le arti fu l'abbandono dei materiali tradizionali per utilizzare materiali contemporanei... pitture con targhette quadrate di metallo rodiato o plastica, ... che mi hanno dato l'ispirazione, o  quadri con tubi al neon colorati... o acqua: geniali, ma che prevedevano un apparato elettrico e quindi complicato."

           Paco Rabanne, abito ispirazione Space Age1966 
Dress in aluminium disks, 1966, da una prima provocatoria collezione-manifesto




Audrey Hepburn, Two for the Road, Courrèges dress
Audrey Hepburn, Two for the Road, Paco Rabanne dress

Audrey Hepburn, Two for the Road, rugby-dress

foto di Richard Avedon, 1966 PACO RABANNE
foto di GUNNAR LARSEN, 1966 PACO RABANNE
Audrey Hepburn, Two for the Road, Pucci dress rear
"...Con la contestazione cominciò a diffondersi l'idea di un vestire più comodo, informale e meno elitario, e quindi contrario ai principi di distinzione, di stile e di lusso che avevano caratterizzato le creazioni dei grandi sarti. La moda stava diventando un fenomeno di massa che interessava i mercati internazionali e solo in piccola parte era riservata ad una elite ricca ed esclusiva.
Lavorazione a catena, capi dal taglio semplice e tessuti sintetici o misti, permettevano alle industrie di tenere i prezzi bassi, facendo sgretolare il primato della haute couture e il mito di Parigi."
Il giovane Paco Rabanne al lavoro
... Questi sono gli anni della contestazione giovanile, anni di intenso fermento, di innovazione, che inevitabilmente si rifletteranno anche in un nuovo modo di vedere la moda.
‘Innovare’ è la parola d’ordine di un periodo che, mai come allora, ha visto legare a doppio filo moda e società, moda e attualità in modo quasi simbiotico
...emerge la figura di Paco Rabanne.
Spagnolo di nascita (San Sebastiàn, 19 febbraio 1934), all’anagrafe Francisco Rabaneda Cuervo, ha la moda scritta nel destino, è infatti il figlio della prima sarta di Balenciaga.
Allo scoppio della guerra civile spagnola si rifugia con la famiglia in Francia, qui, negli anni 60 diviene noto come enfant terrible del mondo della moda francese.
I suoi orecchini oversizesulla copertina di Vogue
"...A Parigi si laureò in architettura: era affascinato dalla Pop Art, dal Dadaismo e dalle sculture in materiali innovativi come il neon, la plastica, il ferro e iniziò il suo percorso stilistico allontanandosi dalla tradizione, sulla scia di altri creatori di moda anticonformisti comeCourrègesSaint LaurentCardinUngaro."


Si inserisce nel mondo della moda cominciando a creare accessori (prima per il pellettiere Roger Model, poi per il calzaturiere Charles Jourdan) da molti considerati stravaganti, ma che attiravano l’attenzione delle più importanti riviste di moda.
Orecchini in plastica realizzati da Paco Rabanne, appartenuti alla scrittrice Fernanda Pivano (prima moglie di Ettore Sottsass)
Per le sue creazioni utilizzava il rhodoid, un materiale plastico, a basso costo, composto da acetato di cellulosa, colorabile e facilmente tagliabile, che consentiva di creare accessori del tutto innovativi, colorati e leggeri. Su tutti, i suoi orecchini oversize dai colori fluo, che in brevissimo tempo andarono a ruba, rendendolo famoso.
"Rabanne si pone sin dall'inizio l’obiettivo di lavorare con quei materiali che nessuno aveva considerato prima e che nessuno avrebbe mai osato far indossare a una donna. Così comincia a utilizzare carta, placche metalliche, catene di plastica, alluminio, pelle fluo e molti altri materiali improbabili."
Ago e filo vengono sostituiti da pinze e tenaglie.
Nel febbraio del '66, presenta a Parigi, all’ Hotel George V, la sua prima collezione :
 “12 vestiti importabili in materiali contemporanei” sfilano al suono della musica di Pierre Boulez, indossati da modelle scalze, e di colore (una cosa mai vista prima nell’alta moda).
La sfilata fu come un fulmine a ciel sereno per il mondo della moda parigina. 
Audrey Hepburn, in Paco Rabanne, nel film "Due per la strada"
Pierre Cardin

Space-age helmet hat, designed by ... The url says Cardin, but I think it's Courreges...

Space-Hat by Edward Mann, Photo by John French-1965





 1966 optical & psychedelic
Il viso dell'autore della copertina: Klaus O. W. Voormann e la sua firma  sono visibili tra i capelli di George Harrison sul lato destro, sotto le labbra di Lennon. 
pubblicazione: 5 Agosto 1966, produttore: George Martin
GenereBritish invasion[1]
Pop rock[1]
Pop[1]
Rock psichedelico[1]
Rock and roll[1]
Pierre Cardin


1962 IT- FR Michelangelo Antonioni, L'eclisse, prima data d'uscita 12 aprile

1966 UK- USA- IT
Michelangelo Antonioni, Blow up,  18 dicembre 1966 USA
Superstudio Third City, New York of BrainsRadio Grattacielo RR327 - Brionvega
copertina Casabella n 367, 1972

 Casabella, n.367, 1972
Superstudio A Journey from A to B 1969 


1966-1972
1969 Superstudio, Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, Alessandro Magris, Roberto Magris, and Adolfo Natalini. The Continuous Monument. On the River, project, Perspective. 
Fundamental Acts: Life, Supersurface, 1972. 
Superstudio Monumento Continuo 1969


Final C M

taiwan utopia final



Il progetto di Michael Arad e Peter Walker, denominato Reflecting Absence - Riflettendo l'assenzainaugurato a Maggio 2014
Lì dove c'erano le Twin Towers, ora ci sono due enorm vasche e sui bordi, le incisioni dei nomi di tutte le vittime dell'attentato terroristico al World Trade Center, l'11 settembre 2001.
© foto cecilia polidori - Reflecting Absence - NYC - Ottobre 2016 

© foto cecilia polidori - Reflecting Absence - NYC - Ottobre 2016 
See more at:
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Il-progetto-di-ricostruzione-del-World-Trade-Center-da-Ground-Zero-al-Memoriale-69858d50-1d69-4754-a30a-665b766682e9.html
© foto cecilia polidori - Reflecting Absence - NYC - Ottobre 2016
© foto cecilia polidori - Reflecting Absence - NYC - Ottobre 2016
IDEAL CITIES, SUPERSTUDIO, 1971
 


da: Casabella
Monumento Continuo

Ideal Cities, The First City

 The New Domestic Landscape, MOMA NY, 1972
"The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972 
"The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972; 
da: Casa Vogue, 1972, pp. 91-99: pag 97
The New Domestic LandscapeMOMA NY, 26 maggio - 11 settembre, 1972

da: Casabella
Monumento Continuo
storyboardVITA EDUCAZIONE CERIMONIA AMORE MORTE / CINQUE STORIE DEL SUPERSTUDIO, Casabella, 372, Milano, dicembre 1972, pag 28 (parziale)

storyboard del Monumento Continuo, da Casabella n 358, 1971
Nel 1966 Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia fondano Superstudio, negli anni a venire si unirianno a loro  Roberto Magris, Gian Piero Frassinelli, Alessandro Magris e Alessandro Poli.
Un lavoro, per dirla con le parole di Natalini “..in una specie di terra di nessuno, che era quella che si stendeva tra arte e design, tra politica e utopia, tra filosofia e antropologia, era un tentativo radicale.. Probabilmente da questo la definizione di architettura radicale, una critica radicale alla società dei consumi si, ma più complessivamente al contesto nel quale si  lavorava.
Superstudio coltivò utopie in negativo, l’irrazionale veniva coltivato per opporsi all’eccessivo razionalismo e al mito del funzionalismo. L’intento era quello di diffondere l’architettura e il design d’avanguardia.
I rapporti di amicizia e scambio a livello europeo con gli inglesi Archigram crearono delle radici ramificate e una risonanza molto importante, che poi portò alla consacrazione definitiva, a livello mondiale, con la mostra Italy The New Domestic Landscape al Moma di New York nel 1972.
Poi ci fu l’esperienza con ArchizoomSottsass e altri protagonisti dell’architettura radicale, di “Global tools che produsse alcuni grandi seminari senza mai però veramente decollare.
Dunque ognuno prese la propria strada…
In mostra, immagini fotografiche, alcuni oggetti della serie storica Istogrammi del 1969, litografie, lampade originali, pubblicazioni e film di Superstudio. Inoltre, il modello della prima mostra congiunta di Superstudio e Archizoom Superarchitettura (1966/2002), realizzato in occasione della rassegna regionale Continuità in Toscana: 1945-2000 e  il microambiente originale realizzato per la mostra al Moma del 1972.
Quaderna, nata  nel 1970, ideata dal Superstudio di Firenze (fondato da Adolfo Natalini Cristiano Toraldo di Francia nel ’66) fu messa in produzione nel 1971 da Zanotta che tutt’oggi l’ha in catalogo. Erano gli anni del “radical design”, movimento molto attivo nell’area fiorentina, che contestava in modo aperto non solo lo stato del design alla fine degli anni ’60, ma tutto il contesto sociale in cui i progettisti operavano. Una critica esplicita al rigido e dogmatico funzionalismo dell’accademia, contro cui si proponeva una visione liberatoria della vita e del progetto. ... stavano lavorando nel ’69 agli “Istogrammi”: oggetti costruiti sulla base di un reticolo spaziale a maglia ortogonale, adattabile alle diverse scale, dal design all’urbanistica, il celebre “Monumento continuo”. Una sorta di “Paesaggio artificiale” estensibile a piacere, neutro e forte al tempo stesso. Superstudio pensa dapprima a un unico piano quadrettato “con gambe”, che diventa tavolo o spazio per dormire, ma anche sedia, letto, panca, armadio, sgabello. Nasce una famiglia di mobili unica e irripetibile, icona basata su forme geometriche regolari rivestite di laminato bianco quadrettato (creato appositamente da Abet Print, si chiamò Misura) e caratterizzata da forme molto rigorose, semplici e perfette. «Non pensammo mai a un futuro tutto a quadretti, a un mondo tutta bellezza e ragione. Rimossi i riquadri neri dai piani dei tavoli, questi restano solo scacchiere per angeli», affermavano i componenti di Superstudio. La collezione ha ricevuto numerosi premi ed è esposta nei principali Musei del mondo. 
da: www.zanotta.it. 


sulla mostra del 2012:  
Superstudio/backstage. L’architettura incontra l’arte, mostra che documenta il percorso di Superstudio dal 1966 al 1978, uno sguardo a questa storica esperienza fiorentina dell’architettura radicale.
                          

Archizoom

Curated by Emilio Ambasz in 
1972, Italy: The New Domestic Landscape  MOMA NYC 1972:
Archizoom, Gae Aulenti , Mario Bellini, Joe Colombo, Gruppo Strum e 9999, Ugo La Pietra, Gaetano Pesce, Alberto Rosselli, Ettore Sottsass Jr., Superstudio, Marco Zanuso e Richard Sapper.
con Gruppo ENI, with contributions from ANIC and Lanerossi (companies of Gruppo ENI), FiatOlivettiAnonima CastelliAlitalia, and Abet Print
da: l’Espresso colore, Umberto Eco, Dal cucchiaio alla città/mostra a New York del design italiano: una civiltà raccontata a matita, supplemento, n. 23, 4 giugno 1972, pp. 4-23: pag. 16 e successive
"The New Domestic Landscape", MOMA NY1972 modulo Gae Aulenti 

Gae, Gaetana Aulenti (Palazzolo dello Stella, Udine 4 dicembre 1927 - Milano 31 ottobre 2012)
1965 lampada Pipistrello,  Produzione Martinelli luce

lampada da tavolo a luce diffusa in acciaio inox satinato
modello da tavolo regolabile in altezza,  caratterizzata da un’asta telescopica in acciaio che consente di variare la dimensione dell’elemento. Deve il suo nome alla particolare forma del diffusore in metacrilato opale bianco, che si divide in falde evocando le ali del pipistrello. Tuttora in produzione, la lampada è realizzata con tecniche di stampaggio sia del telescopio che del diffusore in metacrilato innovative per l’epoca in cui è stata progettata. La forma sfuggente della base conica si sviluppa verso l’alto, ampliandosi con un movimento fluido verso le nervature del diffusore. 

Anno: 1965
Materiali: Base e pomello in alluminio verniciato
Diffusore in metacrilato opal bianco
Telescopio in acciaio inox 
Misure: Ø 55 cm
H 66/86 cm
Varianti: La lampada Pipistrello è disponibile con base e pomello nei colori bianco e testa di moro
Sorgente: 4x7W E14 fluorescente

    Nel 2007 è stata presentata una Edizione limitata di 500 pezzi con la base in cromo lucido per festeggiare i 40 anni della lampada
    1965 Showroom Olivetti Parigi, allestimento Gae Aulenti

    Poker tavolo da gioco, 1968, Zanotta. 
    Joe Colombo contribuisce alla creazione dell'immagine innovativa di Zanotta utilizzando fiberglass, acciaio, resine sintetiche e laminati plastici (per la prima volta utilizzati come portanti impensabile in quegli anni, e nuove tecniche di lavorazione, e fornendo decine di alternative progettuali alla medesima tipologia di prodotto.
    Primo ed insuperabile tavolo da gioco, nella produzione industriale italiana pur conservando e rispettando il tradizionale panno verde, amavobile, pulibile e bordato di pelle: piano cm 98x98 in Print stratificato ad alto spessore (14 millimetri) colore bianco, e gambe h cm 72 in acciaio inox 18/10, Φ100mm, smontabili. Complesso sistema di giunzione tra gamba e doppio piano e tra i 2 strati è inserito un terzo piatto/vassoio incernierato e rotante contenente un alloggio per posacenere amovibili ai 4 lati. Collezione MOMA NYC.
    Table made of plastic laminate. in which tubular metal legs are embedded. Surfaces rotating out of the table corners are for seen for ash-trays.
    tavolo da gioco Poker, dettaglio esploso assonometrico gamba, doppio piano tavolo e piano servizio e pianetto-vassoio ruotabile. (immagine da:  Stefano Casciani, Mobili come architetture/ Il disegno nella Produzione Zanotta, ed. Arcadia, Milano 1988) 

    SMOKE GLASS

    AJC 0112

    Design 1964 - Production 1969

    The design is specifically oriented to the simultaneous use of the glass along with cigarette, thanks to the form of the stem of the glass which can easily be inserted in the space between thumb and index finger while the glass itself rests on the back of the open hand. This glassware has been utilized by people with limited manual dexterity.

    Manufacturer: ARNOLFO DI CAMBIO


     www.arnolfodicambio.com

    BOBY - Trolley - carrello contenitore
    AJC 0139
    Design 1970 - Production 1970
    Manufacturer: B-LINE www.b-line.it


    MULTI-CHAIR 
    ARMCHAIR
    AJC. 0146
    Design 1970 - Production 1970
    Convertible system composed of two stuffed and elasticized fabric-covered cushions which can be used separately or together.   They can be positioned differently to form chairs, or armchairs of various orientation, for conversation or relaxation.  Two hooks  with  leather  connections serve to fix the cushions in place.
    Manufacturer: B-LINE www.b-line.it
    Multichair, è un sistema trasformabile composto da due elementi distinti che lo trasformano facilmente in sedia, poltrona da conversazione o da relax. Si tratta di un prodotto realizzato con tutto il rispetto che merita un'icona del design. Entrambi i cuscini hanno una struttura interna in acciaio e sono imbottiti in poliuretano espanso. Il tessuto elasticizzato del rivestimento viene incollato, in corrispondenza delle curve, per mantenere inalterata la forma mentre le cinghie in cuoio, grazie all'ausilio di perni e boccole, permettono di tenere uniti gli elementi tra di loro. Le cuciture sono in parte realizzate a mano e l'intera produzione è rigorosamente made in Italy. Oltre al contenuto tecnico e alla qualità dei materiali, Multichair è caratterizzata anche da una doppia anima, un po' seria e un po' informale, in perfetto stile pop.Parte della collezione permanente del MoMA e del Metropolitan Museum of Art di New York.


    Alessi Optic Table Alarm Clock Black

    Design 1970 -Production 1970 
    Table and alarm clock with non-reflective glass. The case of the mechanism is cylindrical and creates an anti-reflective shield for the dial. The clock can be positioned parallel or angled to any surface. It can be wall-mounted by using the hole on the back.
    Manufacturer: ALESSI





    Mario Bellini,car-a-sutra, MOMA 1972

    elaborazione grafica di cecilia polidori daPolidori C.,Il design qualunque in CONTROSPAZIO n. 5 settembre-ott 2002 pp. 64-71Controspazion. 52002pp. 64-71ISSN: 0010-809X, pag 65.
    & sempre al MOMA - Museum of Modern Art di New York - collezione permanente design 
    1973 Mario Bellini & Divisumma 18 Olivetti
    La crisi energetica del 1973 !
    Tutti a piedi o, al massimo, a “targhe alterne”: scene dell’Italia del 1973, l’'anno del grande choc petrolifero che investe tutto il mondo occidentale – Stati Uniti compresi- dopo l'’improvviso rialzo dei prezzi deciso dai paesi Arabi, durante la guerra contro Israele.!
    La crisi energetica del 1973 fu dovuta principalmente alla improvvisa e inaspettata interruzione del flusso dell'approvvigionamento di petrolio proveniente dalle nazioni appartenenti all'Opec (l'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) verso le nazioni importatrici del petrolio. L'evento scatenante fu laguerra del Kippur, fra Egitto, Siria e Israele.!
    Questo processo portò all'innalzamento vertiginoso del prezzo del petrolio che in molti casi aumentò più del triplo rispetto alle tariffe precedenti.!
    La guerra finì dopo una ventina di giorni con la proclamazione di un cessate-il-fuoco tra le due parti. Contemporaneamente all'inizio dei combattimenti, gli stati di Egitto e Siria furono aiutati e sostenuti dalla quasi totalità dei Paesi arabi e anti-americani, che raddoppiarono il prezzo del petrolio e diminuirono del 25% le esportazioni, per ammonire l'occidente a non appoggiare Israele, appoggiato però dagli Stati Uniti. Ed è per questo motivo che i Paesi Arabi appartenenti all'Opec bloccarono le proprie esportazioni di petrolio verso gli Usa e l'Olanda fino al gennaio 1975. 

    Bilancia per alimenti Terraillon - Marco Zanuso e Richard Sapper

    funzione: pesa alimenti
    nome oggetto: BA 2000
    disegnato per: Terraillon
    anno: 1970

    Radio Grattacielo RR327 - Brionvega,


    Dati tecnici


    Radio AM/FM
    MP3 PlayerClock RadioOriginal Design: Marco ZanusoStructure in ABSLCD DisplayUSB and MiniSDDimensions (WxHxD): 9,5 x 27,8 x 9,5 cmWeight: 1,5 Kg.RoSH Compliant

    1965

















































    Superstudio Third City, New York of Brains
    Casabella, n.367, 1972
    Superstudio A Journey from A to B 1969 (pencil on photomontage)


    1966-1972
    1969 Superstudio, Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, Alessandro Magris, Roberto Magris, and Adolfo Natalini. The Continuous Monument. On the River, project, Perspective. 1969
    Superstudio, “Fundamental Acts: Life, Supersurface”, 1972. 
    Superstudio Monumento Continuo 1969


    taiwan utopia final
    Final C M


    Ideal Cities, The First City
     The New Domestic Landscape, MOMA NY, 1972
    "The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972 
    "The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972; 
    da: Casa Vogue, 1972, pp. 91-99: pag 97
    The New Domestic LandscapeMOMA NY, 26 maggio - 11 settembre, 1972


    da: Casabella
    Monumento Continuo
    storyboardVITA EDUCAZIONE CERIMONIA AMORE MORTE / CINQUE STORIE DEL SUPERSTUDIO, Casabella, 372, Milano, dicembre 1972, pag 28 (parziale)

    storyboard del Monumento Continuo, da Casabella n 358, 1971
    Nel 1966 Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia fondano Superstudio, negli anni a venire si unirianno a loro  Roberto Magris, Gian Piero Frassinelli, Alessandro Magris e Alessandro Poli.
    Un lavoro, per dirla con le parole di Natalini “..in una specie di terra di nessuno, che era quella che si stendeva tra arte e design, tra politica e utopia, tra filosofia e antropologia, era un tentativo radicale.. Probabilmente da questo la definizione di architettura radicale, una critica radicale alla società dei consumi si, ma più complessivamente al contesto nel quale si  lavorava.
    Superstudio coltivò utopie in negativo, l’irrazionale veniva coltivato per opporsi all’eccessivo razionalismo e al mito del funzionalismo. L’intento era quello di diffondere l’architettura e il design d’avanguardia.
    I rapporti di amicizia e scambio a livello europeo con gli inglesi Archigram crearono delle radici ramificate e una risonanza molto importante, che poi portò alla consacrazione definitiva, a livello mondiale, con la mostra Italy The New Domestic Landscape al Moma di New York nel 1972.
    Poi ci fu l’esperienza con ArchizoomSottsass e altri protagonisti dell’architettura radicale, di “Global tools che produsse alcuni grandi seminari senza mai però veramente decollare.
    Dunque ognuno prese la propria strada…
    In mostra, immagini fotografiche, alcuni oggetti della serie storica Istogrammi del 1969, litografie, lampade originali, pubblicazioni e film di Superstudio. Inoltre, il modello della prima mostra congiunta di Superstudio e Archizoom Superarchitettura (1966/2002), realizzato in occasione della rassegna regionale Continuità in Toscana: 1945-2000 e  il microambiente originale realizzato per la mostra al Moma del 1972.
    Quaderna, nata  nel 1970, ideata dal Superstudio di Firenze (fondato da Adolfo Natalini Cristiano Toraldo di Francia nel ’66) fu messa in produzione nel 1971 da Zanotta che tutt’oggi l’ha in catalogo. Erano gli anni del “radical design”, movimento molto attivo nell’area fiorentina, che contestava in modo aperto non solo lo stato del design alla fine degli anni ’60, ma tutto il contesto sociale in cui i progettisti operavano. Una critica esplicita al rigido e dogmatico funzionalismo dell’accademia, contro cui si proponeva una visione liberatoria della vita e del progetto. ... stavano lavorando nel ’69 agli “Istogrammi”: oggetti costruiti sulla base di un reticolo spaziale a maglia ortogonale, adattabile alle diverse scale, dal design all’urbanistica, il celebre “Monumento continuo”. Una sorta di “Paesaggio artificiale” estensibile a piacere, neutro e forte al tempo stesso. Superstudio pensa dapprima a un unico piano quadrettato “con gambe”, che diventa tavolo o spazio per dormire, ma anche sedia, letto, panca, armadio, sgabello. Nasce una famiglia di mobili unica e irripetibile, icona basata su forme geometriche regolari rivestite di laminato bianco quadrettato (creato appositamente da Abet Print, si chiamò Misura) e caratterizzata da forme molto rigorose, semplici e perfette. «Non pensammo mai a un futuro tutto a quadretti, a un mondo tutta bellezza e ragione. Rimossi i riquadri neri dai piani dei tavoli, questi restano solo scacchiere per angeli», affermavano i componenti di Superstudio. La collezione ha ricevuto numerosi premi ed è esposta nei principali Musei del mondo. 
    da: www.zanotta.it. 

    sulla mostra del 2012:  Superstudio/backstage. L’architettura incontra l’arte, mostra che documenta il percorso di Superstudio dal 1966 al 1978, uno sguardo a questa storica esperienza fiorentina dell’architettura radicale.

                                 laminato Abet Print n. 521, campione, fronte/retro
    Archizoom
    Mies a metà tra poltrona e chaise-longue, con il suo profilo astratto e geometrico
    Anno: 1969
    Materiali: Struttura in acciaio cromato
    Seduta in lattice elastico deformabile 
    Poggiatesta rivestito in cavallino
    Poggiapiedi luminoso in acciaio, rivestito in cavallino 
    Misure: L 74 cm
    P 131 cm
    H 80 cm
    produz. Poltronova

    Apollo 11, 21 luglio 1969, sbarco sulla Luna

    Joe COLOMBO
    vedi: 
    LEZIONE 6 - PARTE SECONDA/INTEGRAZIONE - qualche annotazione su Joe Cesare Colombo (dispensa)Icona dell'estensione dell'allegato
    INTEGRAZIONE A LEZIONE 6: C POLIDORI, Joe (Cesare) Colombo, qualche annotazione  sul designer /  1° Dicembre 2016


    poker table, 1968, Zanotta 
    Table made of plastic laminate .in which tubular metal legs are embedded. Surfaces rotating out of the table corners are for seen for ash-trays.
    SMOKE GLASS
    AJC 0112
    Design 1964 - Production 1969
    The design is specifically oriented to the simultaneous use of the glass along with cigarette, thanks to the form of the stem of the glass which can easily be inserted in the space between thumb and index finger while the glass itself rests on the back of the open hand. This glassware has been utilized by people with limited manual dexterity.
    Manufacturer: ARNOLFO DI CAMBIO



     www.arnolfodicambio.com

    BOBY - Trolley - carrello contenitore
    AJC 0139
    Design 1970 - Production 1970
    Manufacturer: B-LINE www.b-line.it


    MULTI-CHAIR 
    ARMCHAIR
    AJC. 0146
    Design 1970 - Production 1970
    Convertible system composed of two stuffed and elasticized fabric-covered cushions which can be used separately or together.   They can be positioned differently to form chairs, or armchairs of various orientation, for conversation or relaxation.  Two hooks  with  leather  connections serve to fix the cushions in place.
    Manufacturer: B-LINE www.b-line.it
    Multichair, è un sistema trasformabile composto da due elementi distinti che lo trasformano facilmente in sedia, poltrona da conversazione o da relax. Si tratta di un prodotto realizzato con tutto il rispetto che merita un'icona del design. Entrambi i cuscini hanno una struttura interna in acciaio e sono imbottiti in poliuretano espanso. Il tessuto elasticizzato del rivestimento viene incollato, in corrispondenza delle curve, per mantenere inalterata la forma mentre le cinghie in cuoio, grazie all'ausilio di perni e boccole, permettono di tenere uniti gli elementi tra di loro. Le cuciture sono in parte realizzate a mano e l'intera produzione è rigorosamente made in Italy. Oltre al contenuto tecnico e alla qualità dei materiali, Multichair è caratterizzata anche da una doppia anima, un po' seria e un po' informale, in perfetto stile pop.Parte della collezione permanente del MoMA e del Metropolitan Museum of Art di New York.


    Alessi Optic Table Alarm Clock Black

    Design 1970 -Production 1970 
    Table and alarm clock with non-reflective glass. The case of the mechanism is cylindrical and creates an anti-reflective shield for the dial. The clock can be positioned parallel or angled to any surface. It can be wall-mounted by using the hole on the back.
    Manufacturer: ALESSI

    The New Domestic LandscapeMOMA NY, 26 maggio - 11 settembre, 1972


    vedi sito ufficiale Gaetano Pesce: http://www.gaetanopesce.com/gaetanopesce.html
    Gaetano Pesce - https://web.archive.org/web/20101019222754/http://www.gaetanopesce.com/gaetanopesce.html
    biografia sul sito ufficiale su gaetanopesce.comURL  (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2010).

    "The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972
    da: l’Espresso colore, Umberto Eco, Dal cucchiaio alla città/mostra a New York del design italiano: una civiltà raccontata a matita, supplemento, n. 23, 4 giugno 1972,  pp. 4-23: pag. 12

    "The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972; da: Casa Vogue, 1972, pp. 91-99: pag. 94
    "The New Domestic Landscape", MOMA NY, 26 maggio - 11 settembre, 1972  
    "The Museum of Modern Art
    ITALY: THE NEW DOMESTIC LANDSCAPE, one of the most ambitious design exhibitions ever undertaken by The Museum of Modern Art, will be on view in the galleries and gar- den from May 26 through September 11
    cfr.: http://www.moma.org/momaorg/shared/pdfs/docs/press_archives/4800/releases/MOMA_1972_0029_26.pdf:


    Directed and installed by Emilio Ambasz, Curator of Design in the Museum's Department of Architecture and Design, the exhibition reports on current design developments in Italy with 180 objects for household use and 11 en- vironments commissioned by the Museum.
    The exhibition is presented under the sponsorship of the Ministry of Foreign Trade of Italy and the Italian Institute of Foreign Trade (I.C.E.) and the Gruppo ENI, with contributions from ANIC and Lanerossi (companies of Gruppo ENI), FiatOlivettiAnonima CastelliAlitalia, and Abet Print}and with the collaboration of a large number of Italian industries.
    Italy, Mr. Ambasz says, is not only the dominant product design force in the world today but also illustrates some of the concerns of all industrial societies. Italy has assumed the characteristics of a micro-model where a wide range of possibilities, limi- tations and critical problems of contemporary designers throughout the world are re- presented by diverse and sometimes opposite approaches. These include a wide range of conflicting theories about the present state of design activity, its relation to the building industry and to urban development^as well as a growing distrust of objects of consumption...."


    Joe Colombo, Unità arredativa globale - "The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972
     da: Casa Vogue, 1972pp. 91-99: pag. 93
    The New Domestic LandscapeMOMA NY, 26 maggio - 11 settembre, 1972
    Curated by Emilio Ambasz in 
    1972, Italy: The New Domestic Landscape  MOMA NYC 1972:
    Archizoom, Gae Aulenti , Mario Bellini, Joe Colombo, Gruppo Strum e 9999, Ugo La Pietra, Gaetano Pesce, Alberto Rosselli, Ettore Sottsass Jr., Superstudio, Marco Zanuso e Richard Sapper.
    con Gruppo ENI, with contributions from ANIC and Lanerossi (companies of Gruppo ENI), FiatOlivettiAnonima CastelliAlitalia, and Abet Print


    "The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972; da: Casa Vogue, 1972, pp. 91-99: pag. 94
    "The New Domestic Landscape", MOMA NY, 26 maggio - 11 settembre, 1972  
    "The Museum of Modern Art
    ITALY: THE NEW DOMESTIC LANDSCAPE, one of the most ambitious design exhibitions ever undertaken by The Museum of Modern Art, will be on view in the galleries and gar- den from May 26 through September 11
    cfr.: http://www.moma.org/momaorg/shared/pdfs/docs/press_archives/4800/releases/MOMA_1972_0029_26.pdf:


    Directed and installed by Emilio Ambasz, Curator of Design in the Museum's Department of Architecture and Design, the exhibition reports on current design developments in Italy with 180 objects for household use and 11 en- vironments commissioned by the Museum.
    The exhibition is presented under the sponsorship of the Ministry of Foreign Trade of Italy and the Italian Institute of Foreign Trade (I.C.E.) and the Gruppo ENI, with contributions from ANIC and Lanerossi (companies of Gruppo ENI), FiatOlivettiAnonima CastelliAlitalia, and Abet Print}and with the collaboration of a large number of Italian industries.
    Italy, Mr. Ambasz says, is not only the dominant product design force in the world today but also illustrates some of the concerns of all industrial societies. Italy has assumed the characteristics of a micro-model where a wide range of possibilities, limi- tations and critical problems of contemporary designers throughout the world are re- presented by diverse and sometimes opposite approaches. These include a wide range of conflicting theories about the present state of design activity, its relation to the building industry and to urban development^as well as a growing distrust of objects of consumption...."


    Joe Colombo, Unità arredativa globale - "The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972
     da: Casa Vogue, 1972pp. 91-99: pag. 93
    The New Domestic LandscapeMOMA NY, 26 maggio - 11 settembre, 1972
     


    "The New Domestic Landscape", MOMA NY1972 modulo Joe Colombo  a sinistra e Gae Aulenti a destra.
    da: l’Espresso colore, Umberto Eco, Dal cucchiaio alla città/mostra a New York del design italiano: una civiltà raccontata a matita, supplemento, n. 23, 4 giugno 1972, pp. 4-23: pag. 16
        


    The New Domestic LandscapeMOMA NY, 26 maggio - 11 settembre, 1972

    mario bellini,car-a-sutra

    & sempre al MOMA - Museum of Modern Art di New York - collezione permanente design 
    1973 Mario Bellini & Divisumma 18 Olivetti






    1950 Marcello Nizzoli Lettera 22 Olivetti
    ........ e non ci siamo dimenticati del "mito" della 500 Fiat (versioni con aperture di porte, etc dal 1957 al 1975













    da:
    Bruno Munari
    Venezia IUAV 1992 

    Nel 1992 l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, in occasione dell’attivazione del nuovo corso di laurea in disegno industriale, organizza un incontro con Bruno Munari. 

    Quando si presentò a questo incontro Munari aveva 84 anni e con spirito generoso, condito dalle sue provocazioni sottili, presentò molti dei temi delle sue ricerche sull’arte e il design, ripercorrendo episodi del suo lavoro nell’arco di oltre mezzo secolo. 
    Il video contenuto in questo sito è il documento prezioso ed integrale di quell’incontro, che abbiamo voluto proporre senza tagli né montaggi. La sua gestualità fluida ed elegante, il sorriso timido, le battute, le osservazioni acute e spiazzanti, testimoniano della sua capacità di affrontare i temi del progetto con un’apertura culturale ed un’onestà intellettuale straordinarie. Questa realizzazione è il contributo della nostra scuola per i cento anni dalla nascita di Bruno Munari, il maestro che sapeva insegnare ai bambini e amava ricordare agli adulti che "chi ascolta dimentica, chi vede ricorda, chi fa impara." 


    Questo incontro viene oggi ripubblicato su YouTube. 

    Le riprese sono a cura degli studenti del corso di Disegno e comunicazioni visive tenuto dal prof. Gaddo Morpurgo 



    Cosa ha fatto 

    E' disponibile una raccolta di appunti e di materiali per comprendere meglio il lavoro dell'artista. 

    Pdf 167 Mb ver.1.5 - giugno 2016 - Pdf 176 Mb ver.1.6 - ottobre 2016 - Pdf 237 Mb ver.1.7 - maggio 2018
    (5) BRUNO MUNARI - Lezioni di Design @ Venezia 1992 - YouTube - https://www.youtube.com/playlist?list=PLWmTil13odJRkaoj7PWTfRcGkNs9OPbVL

    BRUNO MUNARI - Lezioni di Design @ Venezia 1992

    • Fabiana Bergami
    • 22 video
    • 41.407 visualizzazioni
    • Ultimo aggiornamento in data 25 apr 2014

    Bruno Munari

    Una lezione di design
    IUAV, Venezia, 1992


    Nel 1992, l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia organizzò degli incontri con una serie di maestri del design italiano. L'obiettivo era quello di riflettere sul s... 
    Riproduci tutto  


    la favola di twice design
    "La favola di twice design: Meo Romeo, un caso fra tanti" Pubblicato da Caterina Chiofalo a 5/30/2012 04:36:00 m. -http://ceciliapolidoritwicedesign4.blogspot.it/2012/05/la-favola-di-twice-design-meo-romeo-un.html - CECILIA POLIDORI TWICE DESIGN 4: La favola di twice design: Meo Romeo, un caso fra tanti
    da:CECILIA POLIDORI TWICE DESIGN 5: Bruno Munari, da cosa nasce cosa... - http://ceciliapolidoritwicedesign5.blogspot.com/2012/05/bruno-munari-da-cosa-nasce.html

    Bruno Munari, da cosa nasce cosa...

    già soltanto la seconda immagine vale 10. l'accostamento con la prima, manifesto di BM è un passaggio coraggioso e valido.
    viva le matitine! 
    purtroppo c'è un po' di tutto in questo post ed i pesi non ben calibrati:  l'ultima immagine non ha certo la qualità ed i contenuti delle prime tre, anzi è una caricatura mentre le matitine no; 

    trovo il primo insieme (di matitine) di gran lunga più forte, superiore e comunicativo del secondo, infatti la mano libera è cmq sempre più espressiva di foto e rendering e se si ha la fortuna di avere un dono: meglio sarebbe averne consapevolezza, sfruttarlo ed alimentarlo. cp

    Bruno Munari è stato uno dei più grandi pittori, designer e sperimentatore di nuove forme d’arte. Egli ha segnato una svolta fondamentale nella storia del design italiano e mondiale.  
    Figura davvero poliedrica, che nasce e si caratterizza dagli iniziali dipinti futuristi degli anni 20 e dagli studi sulle macchine degli anni trenta, fino ad arrivare agli anni novanta con un curriculum segnato da oggetti di arredo, sculture, sperimentazioni e giochi per l’infanzia.
    Ho studiato Bruno Munari, particolarmente,  per i suoi insegnamenti finalizzati alla buona progettazione.

    Come scrive l’Autore nelle pagine di Da cosa nasce cosa, Editore Laterza, Ottobre 2009, Bari, pag.8  “progettare è facile quando si sa come si fa”.
    In questo libro, Munari spiega e risolve alcuni piccoli problemi, indicando una precisa metodologia progettuale, attraverso la quale, con una serie di operazioni disposte in ordine logico dettate dall’esperienza si può giungere alla soluzione ottimale, al massimo risultato con il minimo sforzo.
    Soluzione a diversi problemi della vita, ma soprattutto nel campo del design, nel quale  non è bene progettare senza alcuna metodologia o pensare in modo artistico e romantico, cercando subito un’idea senza prima aver fatto ricerche sui materiali, le tecnologie, per documentarsi su ciò che è già stato fatto di simile a quello che si deve progettare.
    Metodo che ha accompagnato la progettazione di quella che è stata l’esercitazione più creativa del nostro corso, la realizzazione dei Paper Bracelet.

    Ancora una volta voglio comunicare attraverso il fumetto, per raccontare quello che è stato il mio progetto, seguendo le fasi del metodo di Munari.











    lunedì 21 novembre 2011


    da: CECILIA POLIDORI TWICE DESIGN 2: ARTE PROGRAMMATA - BRUNO MUNARI - http://ceciliapolidoritwicedesign2.blogspot.com/2011/11/arte-programmata-bruno-munari-per.html

    ARTE PROGRAMMATA - BRUNO MUNARI
    " Per rendere più lineari i risultati delle mie ricerche, ne organizzo in modo sistematico le fasi: il concetto di programma diventa prima l'asse portante, poi l'obiettivo finale del mio lavoro. Sto parlando di quel tipo d'indagini che vanno sotto il nome di arte programmata"
    Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, ediz. Mondadori, Milano, marzo 2011,1° ediz., pg. 41
    " Nel 1962, su proposta di Bruno Munari, la Olivetti realizza la mostra Arte programmata, esposta nei suoi negozi di Milano, Venezia, Roma, alla Galleria d'arte contemporanea di trieste e l'anno successivo alla Goppinger Galerie di Dusseldorf, accompagnata da un famoso testo di Uberto Eco.....Per la maggior parte, si tratta di opere cinetiche (cioè legate al movimento) del gruppo T, e sono presenti anche lavori di Munari e miei, del Gruppo N e dei GRAV."
    Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, ediz. Mondadori, Milano, marzo 2011,1° ediz pg. 44
    ARTE PROGRAMMATA
    Nel 1961, quando nel mondo si scontravano opinioni diverse sull'astrattismo, sull'arte concreta, sull'arte espressionista e sulla figurazione, furono organizzate a Zagabria alcune mostre, occasione d'incontro tra artisti di provenienza diversa, sia geografica che artistica, alla ricerca di qualcosa di nuovo. Nacque quindi l'Arte Cinetica, in parte legata a osservazioni di tipo psicologico, comprende: "oggetti in movimento" (di Alexander Calder, Bruno Munari), esperimenti mediante "trucchi percettivi" (Victor Vasarely, Gruppo T (T sta per tempo) (Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi e in un secondo tempoGrazia Varisco), Gruppo N (Alberto Biasi,Edoardo Landi,Toni Costa,Ennio Chiggio,Manfredo Massironi)), )), dove il movimento è dato dallo spostamento dello spettatore e "oggetti che si lasciano muovere" o meglio, che acquistano particolari caratteristiche (Munari, Mari), grazie ad un intervento esterno. Tra i protagonisti di questo che diventerà un movimento artistico europeo, citiamo ancora: Julio Tinguely, Pol Bury, Jean Le Parc,Sol LeWitt, Joseph Kosuth, il gruppo Zero di Dusseldorf e quello del GRAV (Groupe de recherche d'art visuel) che nacque a Parigi nel luglio del 1960.
    Da lì a poco sempre in Italia nascerà l'Arte Programmata termine coniato dal suo più valido esponente: Bruno Munari che insieme a Giorgio Soavi a Milano, presso un negozio Olivetti, e precisamente nel maggio 1962, presenteranno una mostra denominata appunto "Arte Programmata"destinata a spostarsi a Roma e a Venezia. Espongono il Gruppo T, il Gruppo N, Enzo Mari, Munari, Getullio Alviani e il Groupe de recherche d’art visuel.
    "L'opera artistica non può essere un pezzo unico, diceva Munari, ma bisogna mirare alla serialità per dare così la possibilità a più persone di possedere un'opera d'arte anche se riprodotta ."
    Arte programmata o cineticaha rappresentato un sostanziale rinnovamento del fare e dell'intendere estetico contemporaneo, inaugurando una nuova fase del divenire della visualizzazione e ampliando quella sfera della percettività ritenuta prima esclusivo dominio delle discipline scientifiche. Non si muove più da valori dati, ma si tende alla individuazione di valori nuovi. L'arte programmata punta sui processi fenomenici che scaturiscono dalla natura stessa delle cose; del loro intrinseco dinamismo, propone, attraverso realizzazioni ricche di indicazioni prospettiche multiple, una analogia plastica.
    L'ARTE PROGRAMMATA DI GRAZIA VARISCO
    Figura storica della scena artistica milanese negli anni sessanta, fu una dei componenti del Gruppo T e di quella tendenza artistica che il genio di Bruno Munari definì Arte Programmata.
    La poetica attorno alla quale ruota il lavoro dell’artista vede il movimento come parte integrante dell’opera d’arte: questo può essere reale – ottenuto tramite congegni meccanici – o illusorio, basato solo su effetti ottici e percettivi.




    BRUNO MUNARI
    “Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose. Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare. (…) La semplificazione è il segno dell’intelligenza, un antico detto cinese dice: quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte.” BRUNO MUNARI
    Senza dubbio una delle grandi figure della cultura del XX secolo. Arte, pittura, scultura, design, grafica, cinematografia, poesia e scrittura sono tutti ambiti a lui congeniali. Dopo un primo approccio al Futurismo, comincia la sua vera produzione con la creazione delle "macchine inutili" del 1930 ed il contemporaneo lavoro di grafica editoriale, del tutto innovativo nel panorama europeo. Nel secondo dopoguerra si afferma come uno dei "pensatori" di design più fervidi. Sono di questo periodo le collaborazione le aziende più importanti per la rinascita del Paese - dalla Einaudi alla Olivetti, dalla Campari alla Pirelli - e una serie di geniali invenzioni progettuali come la lampada Falkland del 1964 per il brand milanese Danese. Grafica, oggetti, opere d'arte, tutto risponde a un metodo progettuale che si va precisando con gli anni: stimolare la creatività infantile nella didattica dell'età prescolare e nella prima età scolare. Vince il Compasso d’Oro nel 1954 per la scimmietta giocattolo Zizi prodotta da Pigomma, 1955 per il thermos portaghia Sono numerose le figure artistiche nate in Italia che hanno trovato maggior successo all’estero che da noi. Fortunatamente non è questo il caso di Bccio da tavolo mod. 510 di TRE A e nel 1979 per il coffee table Biplano della Robots. Bruno Munari riceve, inoltre, il Compasso d’Oro alla carriera nel 1995. Bruno Munari, che a dodici anni dalla scomparsa continua ad essere celebratissimo sia in patria che nel resto del mondo. Chi entra nelle librerie d’arte e di design di Tokyo, Londra o New York trova tuttora ristampe delle sue opere; e anche i suoi stupendi libri per l’infanzia continuano a essere venduti e dati ogni giorno in mano ai più piccoli. Non c’è affatto da sorprendersi, considerando il segno indelebile lasciato nel mondo del design e della creatività in generale dal personaggio in questione: artista e scrittore, classe 1907, ha attraversato la storia dell’arte del secolo scorso partendo fra le file dei futuristi e diventando poi nel dopoguerra uno dei punti di riferimento per il design prima italiano e poi mondiale.
    L’elemento distintivo di tutta l’opera di Munari è un’attenzione particolarissima verso il gioco e il divertimento, con uno studio attento del funzionamento della creatività infantile, dell’inventiva, della fantasia. Ciò che ne è risultato, e che ancora oggi possiamo apprezzare, sono libri di teoria che sembrano opere d’arte ma anche libri per bambini che sono capolavori di design, ricchi tanto di divertiment
    o per i più piccoli quanto di insegnamenti per chi studia l’immagine. Sull’importanza di Munari come teorico e pedagogo si soffermava recentemente anche il bloggerStefano Donno:
    "Era un uomo minuto, dall’apparenza delicata, eppure un artista poliedrico, un intelligente designer e grafico, impegnato in diversi campi: dai libri ai giochi, dalle illustrazioni alla grafica, dalla scultura alla cinematografia, dal design industriale alla poesia. (…) Studiare il lavoro di B. Munari è una scoperta continua. Era un artista e un grafico, un designer e un pedagogo, impegnato in arte quanto in politica, un inventore e uno studioso attento dell’animo umano. Insieme a Maria Montessori e Dewey lo si ricorda come uno dei più importanti pedagoghi del Novecento. Teorizzatore e creatore dell’educazione attiva e di un metodo di insegnamento oggi registrato con marchio “Metodo Bruno Munari“ si pensi agli splendidi libri per ragazzi, pieni di invenzioni tecniche e poesie, e le illustrazioni per Rodari, i giochi prodotti per Danese."
    Ci aiuta a conoscere il personaggio anche Christian De Poorter, che sul suo blog di design Less in more fornisce un’autentica miniera d’oro d’informazioni su Munari, partendo da un incontro personale:
    "Ho conosciuto personalmente Munari durante un viaggio in Giappone, che egli apprezzava in particolar modo. Era una persona aperta, gentile, disponibile, curiosa e fondamentalmente semplice nel comportamento e nel rapporto con gli altri. La sua lunga carriera (è morto a 91 anni) è costellata come designer d’oggetti di grande rigore concettuale e di semplicità, comunque sempre all’insegna della sperimentazione. Per Munari la semplificazione è il segno dell’intelligenza. Aveva sempre la semplicità nel mirino: semplicità nel pensare, semplicità nel progettare, semplicità nel parlare. Ci ha regalato oggetti quotidiani essenziali come portaritratti, lampade, ciotole, sottovasi, occhiali, impressi dalla filosofia del “togliere”, fuori dal tempo e dall’ossessione di essere in sintonia con le tendenze, perché “niente passa tanto di moda, come la moda” come amava a dire, e ricordava che “ogni momento della vita può essere correttamente progettato: una ricetta,un viaggio, un discorso”.
    De Poorter continua poi fornendo alcuni esempi di opere di Munari sottolineando i ragionamenti che stanno dietro all’apparente semplicità di molti di questi oggetti:
    "Il posacenere Cubo (1957) è uno degli oggetti cult del design italiano. E’ composto da un cubo di melanina, aperto verso l’alto e di un foglio di alluminio opportunemente piegato, in modo di poter appoggiare la sigaretta, spegnerla e infilarla al suo interno, col grande vantaggio di nascondere alla vista i mozziconi e la cenere, e di evitarne la fuoriuscita in caso di rovesciamento: costruttivamente minimalista, semplice, ed estremamente funzionale.La sua lampada a sospensione Falkland (1964) s’ispira alle nasse da pesca, alle lampade di carta orientali e alle calze da donna. “Da molto tempo pensavo all’elasticità come componente formale di oggetti, e un giorno sono andato in una fabbrica di calze per vedere se mi potevano fare una lampada” spiega Munari “Noi non facciamo lampade, signore, facciamo calze da donna”, “Vedrete che le farete” rispose Munari. La lampada Falkland, altra icona del design italiano, nasce come diffusore dalla tensione di un tubolare di maglia elastica bianca, sagomata da alcuni anelli metallici, che gli danno la sua forma una volta sospesa, per effetto della gravità. Risultato? Minimo ingombro: packaging di pochi centimetri di spessore, massima semplicità costruttiva e resa formale."
    Bruno Munari era una persona che prendeva i suoi studi e i suoi lavori molto seriamente, ma in tutte le sue opere traspaiono sempre il gioco, l’inventiva, l’ingegno.L’insegnamento che ci ha lasciato e che come dicevamo inizialmente raccoglie tuttora favori su tutto il globo è quello che ci viene riassunto dal blog Musei in comune, in riferimento ad una importante esposizione retrospettiva allestita nella Capitale un paio d’anni fa:
    "Saper vedere per poi progettare è un concetto che trapela con forza e in questo momento sociale in cui si guarda ma non si vede: Munari ci regala la possibilità di un ripensamento, di una via d’uscita per riacquisire la libertà interiore.“Ho cercato d’insegnare agli altri a vedere l’arcobaleno di profilo” diceva. Era un invito a individuare un’altra prospettiva, spostandosi fisicamente ma anche mentalmente, scrutando ogni cosa da altri punti di vista, oltre le consuetudini e domandandosi sempre: “Ma non si può fare in un altro modo? "
    SEDIA PER VISITE BREVI
    IRONICA RISPOSTA DEL GENIO DI MUNARI ALLA PROSPETTIVADELLA VITA DI CORSA. PROGETTATA NEL LONTANO 1945, HA LE CARATTERISTICHE DI UNA SEDIA CLASSICA (NOCE CON INTARSI E SEDILE IN ALLUMINIO) MA PRESENTA UNA SEDUTA INCLINATA A 45°,DESTABILIZZANTE RISPOSTA ALLA VITA CHE CORRE VELOCE, ALLA FRENESIA CHE RUBA IL TEMPO.




    POSACENERE CUBO
    UNO DEGLI OGGETTI PIÙ NOTI E GENIALI DI MUNARI È ILPOSACENERE CUBO DI MUNARI. DA NON FUMATORE IL PROGETTISTA CREA UNO DEI POSACENERI PIÙ FUNZIONALI ESISTENTI LAMINA METALLICA INCLINATA, CHE VA INSERITA NELLA STRUTTURA CUBICA DEL POSACENERE, CREA UNA FESSURA CHE PERMETTE DI RACCOGLIERE CENERE E MOZZICONI. LA LAMINA ESTRAIBILE PER LA PULIZIA DELL'OGGETTO, PERALTRO MOLI. LATO CAPIENTE, INIBISCE L'USCITA DEL CONTENUTO DURANTE GLI SPOSTAMENTI.
    LAMPADA FALKLAND


    LA STORIA DELLA LAMPADA È SINTOMATICA DELLA GENIALITÀ PROGETTUALE DI MUNARI: COINVOLGERE UNA DITTA CHE FABBRICAVA CALZE DA DONNA NELLA REALIZZAZIONE DI UNA DELLE LAMPADE PIÙ NOTE DEL DESIGN ITALIANO. LA LAMPADA DA SOFFITTO VIENE REALIZZATA CON TESSUTO ELASTICO TUBOLARE CHE PRENDE FORMA MEDIANTE ANELLI METALLICI
    ABITACOLO


    E' UN ABITACOLO, APPUNTO, COSTITUITO DA UN TELAIO IN ACCIAIO ELETTRO SALDATO, CORREDATO DA UN LETTO E ACCESSORI VARI IN MATERIALI DIVERSI. E' UN POSTO DEI GIOCHI, DEL SONNO, DI STUDIO E DI SVAGO, UN HORTUS CONCLUSUS INFANTILE, TRASFORMABILE A PIACERE.
















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