LEZIONE 12 - Superstudio, Archigram Group (Renzo Piano, Frei Otto, Buckminster Fuller), Archizoom, Gio Ponti, Vico Magistretti, Castiglioni, Mario Bellini, Marco Zanuso, Bruno Munari, Enzo Mari, Gae Aulenti, Gaetano Pesce
vedi:
(36) The Walking City - (Archigram + Tarantino) - YouTube - https://www.youtube.com/watch?v=LYHG_t7SF8E
(36) A Walking City Final - Herron 1964 - Archigram 3d - YouTube - https://www.youtube.com/watch?v=tWDxmIoZjd8
(36) A Walking City Final - Herron 1964 - Archigram 3d - YouTube - https://www.youtube.com/watch?v=tWDxmIoZjd8
Kunsthaus, Graz, Austria, progettato dai fondatori dell'Archigram Group, Peter Cook e Colin Fournier tre decenni dopo la chiusura collettiva.
Archigram Group, 1961 (Manifesto)- 1974, gruppo di architetti della mitica Londra degli anni'60, movimento Pop Art: Peter Cook, Warren Chalk, Ron Herron, Mike Webb e David Greene, favorevole ad un'alta tecnologia, peso leggero, approccio infra-strutturale, il gruppo ha sperimentato tutto questo adoperando una tecnologia modulare, la mobilità attraverso l'ambiente, lo spazio e capsule di massa dei consumatori di immagini. Le loro opere offrono una seducente visione di un futuro glamour dell'età delle macchine e, tuttavia le questioni sociali e ambientali sono rimaste immutate.
Archigram agitò il modernismo per evitare di diventare una sterile e sicura ortodossia dai suoi aderenti. A differenza di ephemeralisation di Buckminster Fuller, che vuole fare di più con meno materiale possibile (perché il materiale è finito), Archigram si basa su un futuro di interminabili risorse.
Le opere di Archigram hanno avuto un futuristico slancio sotto l'influenza di Antonio Sant'Elia. Buckminster Fuller e Yona Friedman sono stati anche importanti fonti di ispirazione. Le opere di Archigram sono servite come fonte di ispirazione per architetti come Norman Foster, Steven Holl, Future Systems, Renzo Piano e Richard Rogers....
Frei Paul Otto (Chemnitz, 31 maggio 1925 – Leonberg, 9 marzo 2015) è stato un architetto e ingegnere tedesco. La carriera di Otto ricorda per certi versi gli esperimenti architettonici più completi di Buckminster Fuller (12 luglio 1895 a Milton, Massachusetts - 1 luglio 1983, Los Angeles, California, USA: entrambi erano insegnanti all'Università di Washington a St. Louis verso la fine degli anni cinquanta; entrambi erano architetti importanti all'Expo di Montréal del 1967 ed entrambi erano interessati alle strutture reticolarinello spazio fratto tempo. Infine, tutt'e due sperimentarono tali strutture nelle costruzioni gonfiabili.
- 1960 - The Dome over Manhattan fu una proposta per una città a cupola geodetica di 3 chilometri di diametro che avrebbe potuto coprire l'intera Midtown di Manhattan
- 1967 Cupola geodetica Expo di Montréal.
- 1972 coperture dello stadio Olimpico di Monaco di Baviera realizzate per le Olimpiadi.
Plug-in-City
Progettata da Peter Cook nel 1964, la Plug-in-City (città connessa) è una mega struttura senza edifici, una massa compatta di elementi di forma similare (le abitazioni sono a forma di celle o componenti standardizzati). La macchina non solo viene accettata di buon gusto, ma anche acquisita e rielaborata. Anzi, viene innalzata al livello dell'essere umano, che tuttavia preserva una posizione di "superiorità", grazie alla capacità di pensiero, del ragionamento e, soprattutto, dell'"analisi e risoluzione dell'imprevisto".
Progettata da Ron Herron nel 1964, la cosiddetta città a piedi è costituita da edifici intelligenti o robot in formato gigante, di per sé baccelli contenitori vita, che potrebbe vagare per la città. La forma derivante dalla combinazione di insetti e di macchine è stata un'interpretazione letterale da Le Corbusier, aforisma di una casa come una macchina in cui vivere. I baccelli sono indipendenti, contengono parassiti che potrebbero entrare o uscire in stazioni dove questi occupanti vengono cambiati o dove si ricostituiscono le risorse disponibili. Il cittadino è quindi un nomade non totalmente differente dall'attuale automobile. Il contesto era concepito in un mondo futuro dopo un conflitto nucleare.
Instant City
Instant City (tradotta città instananea) è una fiera della tecnologia mobile che si sviluppa nei quartieri degradati, nella squallida città volante (come un palloncino) con strutture provvisorie. L'effetto è una deliberata sopra stimolazione per produrre una cultura di massa, con un abbraccio di pubblicità estetica. L'intero sforzo alla fine è destinato a passare lasciando indietro l'aggancio con la tecnologia avanzata.
da: 11/04/2019
LEZIONE 12 - DISPENSA 8 - Castiglioni/ Armstrong allunaggio/ Zanuso, Sapper & Grillo & Brionvega/ Superstudio & Quaderna Zanotta & Abet Print/ 1972 MOMA The New Domestic Landscape & Sottsass & Joe Colombo & Bellini & Aulenti
- https://designcpolidori.blogspot.com/p/blog-page_3.html
da: LEZIONE 7 a.a. 2017-8 - il triennio del '68: '67/'68/'69:
design frikkettone - corso di design 2017-8: LEZIONE 7 - 1965-66-67 optical & psychedelic & Audrey Hepburn/ Antonioni & Blow up/ Verner Panton/ Joe Colombo/ Zanuso & Sapper Grillo/ Gae Aulenti/ Carlo Scarpa/ Vico Magistretti & Eclipse/ 1967 Stanley Kubrick & A Space Odyssey/ Pierre Cardin & André Courrèges/ William Wyler/ Emilio Pucci/ Eero Aarnio The Bubble & Ball Chair/ Paco Rabanne
da: LEZIONE 10 a.a. 2017-8 - il triennio del '68: '67/'68/'69:
design frikkettone - corso di design 2017-8: LEZIONE 7 - 1965-66-67 optical & psychedelic & Audrey Hepburn/ Antonioni & Blow up/ Verner Panton/ Joe Colombo/ Zanuso & Sapper Grillo/ Gae Aulenti/ Carlo Scarpa/ Vico Magistretti & Eclipse/ 1967 Stanley Kubrick & A Space Odyssey/ Pierre Cardin & André Courrèges/ William Wyler/ Emilio Pucci/ Eero Aarnio The Bubble & Ball Chair/ Paco Rabanne
da: LEZIONE 10 a.a. 2017-8 - il triennio del '68: '67/'68/'69:
da: LEZIONE 11 a.a. 2017-8 - 1970 e 1972
La suoneria meccanica "a ronzatore" si trova direttamente nella spina: da qui l'idea di chiamarlo "Grillo". Premio compasso d'oro nel 1967.
"[...]Vorrei citare tre autori milanesi della generazione precedente alla mia che considero, oggi come allora, grandi maestri. Il primo è Marco Zanuso, designer e architetto: insieme a Richard Sapper, entrato nel suo studio nel 1957, mette a punto due televisori che giudico, senza ombra di dubbio, i prototipi di qualsiasi altro venuto dopo. Nel 1964, dieci anni dopo l'arrivo della tv in Italia, firma l'Algol per Brionvega: in un periodo in cui tutti gli apparecchi sono mascherati da mobiletti kitsch in legno, fatti per mimetizzarsi tra gli arredamenti vecchio stile con i quali devono convivere, Zanuso progetta il suo televisore come uno strumento industriale, una macchina, di cui mette in bella vista tutti gli ingranaggi. La forma, con lo schermo inclinato e arrotondato, è dettata dal componente principale, fino ad allora celato: il tubo catodico."
Enzo MARI, 25 modi per piantare un chiodo, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2011, pag.73.
1965-6 IT
Vico Magistretti, Milano, 6 ottobre 1920 - Milano 19 settembre 2006
lampada Eclipse (la Luna in una stanza), per Artemide
Premio compasso d'oro nel 1967
Hal 9000, 2001 Odissea nello Spazio, 1968
2001: odissea nello spazio è un film di fantascienza di Stanley Kubrick del 1968 basato sul romanzo ‘La sentinella’ di Arthur C. Clarke, Sceneggiatura: Arthur C. Clarke, Stanley Kubrick
prima uscita: 1 gennaio 1968 (Stati Uniti d'America)- Musica composta da: Aram Il'ič Chačaturjan, Richard Strauss, Johann Strauss, György Ligeti.
trama e commenti vedi: Alberto Mellano, Kubrick e l'avventura dell'uomo moderno, su Intercom web, 2001 Odissea Nello Spazio - Stanley Kubrick - http://intercom.publinet.it/ic13/2001.htm
inoltre video-animazione esplicativo anche in italiano su New Media Giants: Kubrick 2001: The space odyssey explained
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c polidori, corso di design 2013-14: buon natale, buona pasqua, buon 1° maggio
Profilo prodotto | |
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Tipo di oggetto | lampada |
Idea | ispirarsi al fenomeno dell' eclissi per creare una lampada la cui fonte di luce è regolabile a piacimento |
Concetti | funzionalità, praticità, versatilità, interazione, astrofilia. |
Produttore | Artemide |
Prodotto dal | 1967 |
Materiali | alluminio verniciato |
1966
EU: FR
1966, Pierre Cardin, FR & USA o viceversa
Andrè Courrèges, ha ideato la minigonna contemporaneamente a Mary Quant, e fu il primo a realizzare abiti usando la plastica e il PVC, sperimentando attraverso materiali polimerici le linee geometriche ed i temi suggeriti dalle conquiste spaziali, e dalle prime missioni lunari.
How To Steal a Million, regia di William Wyler, 1966
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Titolo originale | How to Steal a Million |
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Lingua originale | inglese |
Paese di produzione | USA |
Anno | 1966 |
Durata | 127 min |
Colore | colore |
Genere | commedia |
Regia | William Wyler |
Soggetto | George Bradshaw |
Sceneggiatura | Harry Kurnitz |
Produttore | Fred Kohlmar |
Fotografia | Charles Lang |
Montaggio | Robert Swink |
Musiche | John Williams |
Scenografia | Alexandre Traune |
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Designed by André Courrèges Coat dress 1965 |
André Courrèges, Suits, c.1966, In the 1960’s, Couregges was a young designer known for his ‘futuristic’ fashion and launched his collection ‘Space Age’ in 1964. He focused on simple lines and silhouettes in his garments, which looked even more striking in the combinations of graphic black and white. He was also known for his innovative use of unconvential materials such as PVC and metal., cfr: Uncategorized | wherethetrendbegan
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Heather Downham interpreta Penny Brahms a bordo dell'Aries 1 B - 2001 A Space Odyssey |
1968 2001 a Space Odissey |
Hardy Amies Ltd - Wikipedia, the free encyclopedia: "In 1967, Amies was commissioned by director Stanley Kubrick to design the costumes for his film 2001: A Space Odyssey".
da: Cecilia POLIDORI, Il design qualunque, 2003, immagine elaborata dall'autrice: atelier di Olivier Mourgue, dondolo a cerchio, struttura in metallo imbottita e con rivestimento sfoderabile, prototipo per Airborne, 1967 |
"In 1967, Amies was commissioned by director Stanley Kubrick to design the costumes for his film 2001: A Space Odyssey.[4] The collection allowed Amies to design totally futuristic fashions. In 2001, the standard attire was a business-as-usual approach to the corporate fashion. There were no neck-ties as they were in zero gravity. The Russian women scientists wore dark conservative clothing, reflecting their own conservative values. Although Kubrick's 2001 wardrobe was practical, it still reflected the mid-1960s slender look. The military and spacecraft uniforms were as common as they are now, with no dramatic changes. American women in 2001 retained roles they held in the 1960s as Hotel receptionists and air stewardesses. The women wore space-age travelling hats while carrying hand bags. According to 'Setting the Scene' by Robert S. Sennett (Harry N. Abrams, Inc.,
Publishers, 1994), many design elements of the film seem to reflect swinging London c. 1968, rather than the imagined future. The stewardesses' uniforms, designed by Hardy Amies, look like the uncomfortable unisex pant suits that were being promoted in the late 1960s. An epic science fiction film, it demonstrated the immense range of Amies' design ability, and was nominated for four Academy Awards – receiving one for visual effects. In 1991, the film was deemed "culturally, historically, or aesthetically significant" by the United States Library of Congress and selected for preservation in theNational Film Registry.
Amies' work was seen in a handful of other films of the 1960s: he dressed Albert Finney in Two for the Road, Tony Randall in The Alphabet Murders, Joan Greenwood inThe Amorous Prawn and Deborah Kerr in The Grass is Greener."
Paco Rabanne
Due per la strada (Two for the Road) regia di
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Nella couture sbarcano modelli e materiali d'ispirazione liberamente futurista, rompendo con il passato a favore di un manifesto che promuova contatti sempre più diretti e concreti con la scienza astronautica applicando le queste importanti innovazioni nel campo della moda. Da non dimenticare le conquiste della scienza degli anni '60: il primo uomo nello spazio, il cosmonauta sovietico Jurij Gargarin che compie la prima passeggiata dell'uomo nello spazio e le prime missioni lunari.
André Courrèges sperimenta attraverso materiali polimerici linee geometriche e temi "spaziali"nel 1964 e lancia la sua collezione "Space Age", dove i capi sono tagliati secondo il geometrismo più rigoroso e costruiti secondo un principio avanguardista, grazie all'utilizzo di fibre sintetiche come il Pvc e inserti in metallo.
Paco Rabanne (nato in Spagna nel 1934) suggerisce il metallo al posto dei tessuti,
"... un respiro formidabile arrivato da Courrèges, Cardin ed io: i tre moschettieri... noi aprimmo le finestre sull'attualità, la modernità degli anni '60. La costante di tutte le arti fu l'abbandono dei materiali tradizionali per utilizzare materiali contemporanei... pitture con targhette quadrate di metallo rodiato o plastica, ... che mi hanno dato l'ispirazione, o quadri con tubi al neon colorati... o acqua: geniali, ma che prevedevano un apparato elettrico e quindi complicato."
Dress in aluminium disks, 1966, da una prima provocatoria collezione-manifesto |
Audrey Hepburn, Two for the Road, Courrèges dress |
Audrey Hepburn, Two for the Road, Paco Rabanne dress |
Audrey Hepburn, Two for the Road, rugby-dress |
foto di Richard Avedon, 1966 PACO RABANNE
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Audrey Hepburn, Two for the Road, Pucci dress rear |
Lavorazione a catena, capi dal taglio semplice e tessuti sintetici o misti, permettevano alle industrie di tenere i prezzi bassi, facendo sgretolare il primato della haute couture e il mito di Parigi."
Il giovane Paco Rabanne al lavoro |
... Questi sono gli anni della contestazione giovanile, anni di intenso fermento, di innovazione, che inevitabilmente si rifletteranno anche in un nuovo modo di vedere la moda.
‘Innovare’ è la parola d’ordine di un periodo che, mai come allora, ha visto legare a doppio filo moda e società, moda e attualità in modo quasi simbiotico
...emerge la figura di Paco Rabanne.
Spagnolo di nascita (San Sebastiàn, 19 febbraio 1934), all’anagrafe Francisco Rabaneda Cuervo, ha la moda scritta nel destino, è infatti il figlio della prima sarta di Balenciaga.
Allo scoppio della guerra civile spagnola si rifugia con la famiglia in Francia, qui, negli anni 60 diviene noto come enfant terrible del mondo della moda francese.
I suoi orecchini oversize, sulla copertina di Vogue |
"...A Parigi si laureò in architettura: era affascinato dalla Pop Art, dal Dadaismo e dalle sculture in materiali innovativi come il neon, la plastica, il ferro e iniziò il suo percorso stilistico allontanandosi dalla tradizione, sulla scia di altri creatori di moda anticonformisti comeCourrèges, Saint Laurent, Cardin, Ungaro."
Si inserisce nel mondo della moda cominciando a creare accessori (prima per il pellettiere Roger Model, poi per il calzaturiere Charles Jourdan) da molti considerati stravaganti, ma che attiravano l’attenzione delle più importanti riviste di moda.
Orecchini in plastica realizzati da Paco Rabanne, appartenuti alla scrittrice Fernanda Pivano (prima moglie di Ettore Sottsass) |
Per le sue creazioni utilizzava il rhodoid, un materiale plastico, a basso costo, composto da acetato di cellulosa, colorabile e facilmente tagliabile, che consentiva di creare accessori del tutto innovativi, colorati e leggeri. Su tutti, i suoi orecchini oversize dai colori fluo, che in brevissimo tempo andarono a ruba, rendendolo famoso.
"Rabanne si pone sin dall'inizio l’obiettivo di lavorare con quei materiali che nessuno aveva considerato prima e che nessuno avrebbe mai osato far indossare a una donna. Così comincia a utilizzare carta, placche metalliche, catene di plastica, alluminio, pelle fluo e molti altri materiali improbabili."
Ago e filo vengono sostituiti da pinze e tenaglie.
Nel febbraio del '66, presenta a Parigi, all’ Hotel George V, la sua prima collezione :
“12 vestiti importabili in materiali contemporanei” sfilano al suono della musica di Pierre Boulez, indossati da modelle scalze, e di colore (una cosa mai vista prima nell’alta moda).
La sfilata fu come un fulmine a ciel sereno per il mondo della moda parigina.
Audrey Hepburn, in Paco Rabanne, nel film "Due per la strada" |
Pierre Cardin
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Space-age helmet hat, designed by ... The url says Cardin, but I think it's Courreges...
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Il viso dell'autore della copertina: Klaus O. W. Voormann e la sua firma sono visibili tra i capelli di George Harrison sul lato destro, sotto le labbra di Lennon.
pubblicazione: 5 Agosto 1966, produttore: George Martin
Genere | British invasion[1] Pop rock[1] Pop[1] Rock psichedelico[1] Rock and roll[1] |
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1966 UK- USA- IT
Michelangelo Antonioni, Blow up, 18 dicembre 1966 USA
TV Black Box ST201
Zanuso e Sapper - CUBO, o Cuboglass, Brionvega, 1969, televisore in cristallo trasparente e riflettente; primo modello con Black ST 201
Zanuso e Sapper - CUBO, o Cuboglass, Brionvega, 1969, televisore in cristallo trasparente e riflettente; primo modello con Black ST 201
copertina Casabella n 367, 1972 |
1969 Superstudio, Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, Alessandro Magris, Roberto Magris, and Adolfo Natalini. The Continuous Monument. On the River, project, Perspective.
Fundamental Acts: Life, Supersurface, 1972.
Fundamental Acts: Life, Supersurface, 1972.
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Il progetto di Michael Arad e Peter Walker, denominato Reflecting Absence - Riflettendo l'assenza, inaugurato a Maggio 2014
Lì dove c'erano le Twin Towers, ora ci sono due enorm vasche e sui bordi, le incisioni dei nomi di tutte le vittime dell'attentato terroristico al World Trade Center, l'11 settembre 2001.
© foto cecilia polidori - Reflecting Absence - NYC - Ottobre 2016 |
© foto cecilia polidori - Reflecting Absence - NYC - Ottobre 2016 |
See more at:
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Il-progetto-di-ricostruzione-del-World-Trade-Center-da-Ground-Zero-al-Memoriale-69858d50-1d69-4754-a30a-665b766682e9.html
© foto cecilia polidori - Reflecting Absence - NYC - Ottobre 2016 |
© foto cecilia polidori - Reflecting Absence - NYC - Ottobre 2016 |
IDEAL CITIES, SUPERSTUDIO, 1971
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Ideal Cities, The First City
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The New Domestic Landscape, MOMA NY, 1972 |
"The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972
"The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972;
da: Casa Vogue, 1972, pp. 91-99: pag 97
The New Domestic Landscape, MOMA NY, 26 maggio - 11 settembre, 1972 |
Monumento Continuo
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storyboard, VITA EDUCAZIONE CERIMONIA AMORE MORTE / CINQUE STORIE DEL SUPERSTUDIO, Casabella, 372, Milano, dicembre 1972, pag 28 (parziale)
storyboard del Monumento Continuo, da Casabella n 358, 1971
storyboard del Monumento Continuo, da Casabella n 358, 1971
Nel 1966 Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia fondano Superstudio, negli anni a venire si unirianno a loro Roberto Magris, Gian Piero Frassinelli, Alessandro Magris e Alessandro Poli.
Un lavoro, per dirla con le parole di Natalini “..in una specie di terra di nessuno, che era quella che si stendeva tra arte e design, tra politica e utopia, tra filosofia e antropologia, era un tentativo radicale..” Probabilmente da questo la definizione di architettura radicale, una critica radicale alla società dei consumi si, ma più complessivamente al contesto nel quale si lavorava.
Superstudio coltivò utopie in negativo, l’irrazionale veniva coltivato per opporsi all’eccessivo razionalismo e al mito del funzionalismo. L’intento era quello di diffondere l’architettura e il design d’avanguardia.
I rapporti di amicizia e scambio a livello europeo con gli inglesi Archigram crearono delle radici ramificate e una risonanza molto importante, che poi portò alla consacrazione definitiva, a livello mondiale, con la mostra Italy The New Domestic Landscape al Moma di New York nel 1972.
Poi ci fu l’esperienza con Archizoom, Sottsass e altri protagonisti dell’architettura radicale, di “Global tools” che produsse alcuni grandi seminari senza mai però veramente decollare.
Dunque ognuno prese la propria strada…
Dunque ognuno prese la propria strada…
In mostra, immagini fotografiche, alcuni oggetti della serie storica Istogrammi del 1969, litografie, lampade originali, pubblicazioni e film di Superstudio. Inoltre, il modello della prima mostra congiunta di Superstudio e Archizoom Superarchitettura (1966/2002), realizzato in occasione della rassegna regionale Continuità in Toscana: 1945-2000 e il microambiente originale realizzato per la mostra al Moma del 1972.
Quaderna, nata nel 1970, ideata dal Superstudio di Firenze (fondato da Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia nel ’66) fu messa in produzione nel 1971 da Zanotta che tutt’oggi l’ha in catalogo. Erano gli anni del “radical design”, movimento molto attivo nell’area fiorentina, che contestava in modo aperto non solo lo stato del design alla fine degli anni ’60, ma tutto il contesto sociale in cui i progettisti operavano. Una critica esplicita al rigido e dogmatico funzionalismo dell’accademia, contro cui si proponeva una visione liberatoria della vita e del progetto. ... stavano lavorando nel ’69 agli “Istogrammi”: oggetti costruiti sulla base di un reticolo spaziale a maglia ortogonale, adattabile alle diverse scale, dal design all’urbanistica, il celebre “Monumento continuo”. Una sorta di “Paesaggio artificiale” estensibile a piacere, neutro e forte al tempo stesso. Superstudio pensa dapprima a un unico piano quadrettato “con gambe”, che diventa tavolo o spazio per dormire, ma anche sedia, letto, panca, armadio, sgabello. Nasce una famiglia di mobili unica e irripetibile, icona basata su forme geometriche regolari rivestite di laminato bianco quadrettato (creato appositamente da Abet Print, si chiamò Misura) e caratterizzata da forme molto rigorose, semplici e perfette. «Non pensammo mai a un futuro tutto a quadretti, a un mondo tutta bellezza e ragione. Rimossi i riquadri neri dai piani dei tavoli, questi restano solo scacchiere per angeli», affermavano i componenti di Superstudio. La collezione ha ricevuto numerosi premi ed è esposta nei principali Musei del mondo.
sulla mostra del 2012:
Superstudio/backstage. L’architettura incontra l’arte, mostra che documenta il percorso di Superstudio dal 1966 al 1978, uno sguardo a questa storica esperienza fiorentina dell’architettura radicale.
Superstudio/backstage. L’architettura incontra l’arte, mostra che documenta il percorso di Superstudio dal 1966 al 1978, uno sguardo a questa storica esperienza fiorentina dell’architettura radicale.
Archizoom
Poker tavolo da gioco, 1968, Zanotta.
Joe Colombo contribuisce alla creazione dell'immagine innovativa di Zanotta utilizzando fiberglass, acciaio, resine sintetiche e laminati plastici (per la prima volta utilizzati come portanti impensabile in quegli anni, e nuove tecniche di lavorazione, e fornendo decine di alternative progettuali alla medesima tipologia di prodotto.
Primo ed insuperabile tavolo da gioco, nella produzione industriale italiana pur conservando e rispettando il tradizionale panno verde, amavobile, pulibile e bordato di pelle: piano cm 98x98 in Print stratificato ad alto spessore (14 millimetri) colore bianco, e gambe h cm 72 in acciaio inox 18/10, Φ100mm, smontabili. Complesso sistema di giunzione tra gamba e doppio piano e tra i 2 strati è inserito un terzo piatto/vassoio incernierato e rotante contenente un alloggio per posacenere amovibili ai 4 lati. Collezione MOMA NYC.
Table made of plastic laminate. in which tubular metal legs are embedded. Surfaces rotating out of the table corners are for seen for ash-trays.
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SMOKE GLASS
AJC 0112
Design 1964 - Production 1969
The design is specifically oriented to the simultaneous use of the glass along with cigarette, thanks to the form of the stem of the glass which can easily be inserted in the space between thumb and index finger while the glass itself rests on the back of the open hand. This glassware has been utilized by people with limited manual dexterity.
Manufacturer: ARNOLFO DI CAMBIO
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www.arnolfodicambio.com |
AJC 0139
Design 1970 - Production 1970 |
MULTI-CHAIR ARMCHAIR AJC. 0146 Design 1970 - Production 1970
Convertible system composed of two stuffed and elasticized fabric-covered cushions which can be used separately or together. They can be positioned differently to form chairs, or armchairs of various orientation, for conversation or relaxation. Two hooks with leather connections serve to fix the cushions in place.
Manufacturer: B-LINE www.b-line.it
Multichair, è un sistema trasformabile composto da due elementi distinti che lo trasformano facilmente in sedia, poltrona da conversazione o da relax. Si tratta di un prodotto realizzato con tutto il rispetto che merita un'icona del design. Entrambi i cuscini hanno una struttura interna in acciaio e sono imbottiti in poliuretano espanso. Il tessuto elasticizzato del rivestimento viene incollato, in corrispondenza delle curve, per mantenere inalterata la forma mentre le cinghie in cuoio, grazie all'ausilio di perni e boccole, permettono di tenere uniti gli elementi tra di loro. Le cuciture sono in parte realizzate a mano e l'intera produzione è rigorosamente made in Italy. Oltre al contenuto tecnico e alla qualità dei materiali, Multichair è caratterizzata anche da una doppia anima, un po' seria e un po' informale, in perfetto stile pop.Parte della collezione permanente del MoMA e del Metropolitan Museum of Art di New York. |
Design 1970 -Production 1970
Table and alarm clock with non-reflective glass. The case of the mechanism is cylindrical and creates an anti-reflective shield for the dial. The clock can be positioned parallel or angled to any surface. It can be wall-mounted by using the hole on the back.
Manufacturer: ALESSI
Table and alarm clock with non-reflective glass. The case of the mechanism is cylindrical and creates an anti-reflective shield for the dial. The clock can be positioned parallel or angled to any surface. It can be wall-mounted by using the hole on the back.
Manufacturer: ALESSI
Mario Bellini,car-a-sutra, MOMA 1972
elaborazione grafica di cecilia polidori da: Polidori C.,Il design qualunque in CONTROSPAZIO n. 5 settembre-ott 2002 pp. 64-71, Controspazio, n. 5, 2002, pp. 64-71, ISSN: 0010-809X, pag 65.
& sempre al MOMA - Museum of Modern Art di New York - collezione permanente design
1973 Mario Bellini & Divisumma 18 Olivetti
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La crisi energetica del 1973 !
Tutti a piedi o, al massimo, a “targhe alterne”: scene dell’Italia del 1973, l’'anno del grande choc petrolifero che investe tutto il mondo occidentale – Stati Uniti compresi- dopo l'’improvviso rialzo dei prezzi deciso dai paesi Arabi, durante la guerra contro Israele.!
La crisi energetica del 1973 fu dovuta principalmente alla improvvisa e inaspettata interruzione del flusso dell'approvvigionamento di petrolio proveniente dalle nazioni appartenenti all'Opec (l'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) verso le nazioni importatrici del petrolio. L'evento scatenante fu laguerra del Kippur, fra Egitto, Siria e Israele.!
Questo processo portò all'innalzamento vertiginoso del prezzo del petrolio che in molti casi aumentò più del triplo rispetto alle tariffe precedenti.!
La guerra finì dopo una ventina di giorni con la proclamazione di un cessate-il-fuoco tra le due parti. Contemporaneamente all'inizio dei combattimenti, gli stati di Egitto e Siria furono aiutati e sostenuti dalla quasi totalità dei Paesi arabi e anti-americani, che raddoppiarono il prezzo del petrolio e diminuirono del 25% le esportazioni, per ammonire l'occidente a non appoggiare Israele, appoggiato però dagli Stati Uniti. Ed è per questo motivo che i Paesi Arabi appartenenti all'Opec bloccarono le proprie esportazioni di petrolio verso gli Usa e l'Olanda fino al gennaio 1975.
da: 16/10/2016 freak & pop design . design frikkettone 1: LEZIONE 8 - 1969 Monolite 2001 Space Odyssey & Superstudio & Monumento Continuo & Quaderna Zanotta & Abet Print/ Joe Colombo/ Archizoom/ Armstrong e allunaggio/ 1970 i Beatles si separano/ 1970 muore Jimi Hendrix/ 1971 muore Jim Morrison/ 1972 MOMA NYC The New Domestic Landscape/ '73 Bellini & Divisumma 18 Olivetti & Lettera 22 Nizzoli 1950/ Fiat 500/ Barilla & Mina/ Bialetti/ crisi petrolifera 1973 / Zanuso Sapper & Brionvega & Terraillon/ Gio Ponti/ twice design 2012 - http://designfrikkettone1.blogspot.com/p/1967.html
Bilancia per alimenti Terraillon - Marco Zanuso e Richard Sapper
funzione: pesa alimenti
nome oggetto: BA 2000
nome oggetto: BA 2000
disegnato per: Terraillon
anno: 1970
Radio Grattacielo RR327 - Brionvega,
Dati tecnici
Radio AM/FM
MP3 PlayerClock RadioOriginal Design: Marco ZanusoStructure in ABSLCD DisplayUSB and MiniSDDimensions (WxHxD): 9,5 x 27,8 x 9,5 cmWeight: 1,5 Kg.RoSH Compliant
1965
Casabella, n.367, 1972
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Superstudio A Journey from A to B 1969 (pencil on photomontage)
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1969 Superstudio, Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, Alessandro Magris, Roberto Magris, and Adolfo Natalini. The Continuous Monument. On the River, project, Perspective. 1969
Superstudio, “Fundamental Acts: Life, Supersurface”, 1972.
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taiwan utopia final
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Final C M
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Ideal Cities, The First City
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The New Domestic Landscape, MOMA NY, 1972 |
"The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972
"The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972;
da: Casa Vogue, 1972, pp. 91-99: pag 97
The New Domestic Landscape, MOMA NY, 26 maggio - 11 settembre, 1972 |
Monumento Continuo
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storyboard, VITA EDUCAZIONE CERIMONIA AMORE MORTE / CINQUE STORIE DEL SUPERSTUDIO, Casabella, 372, Milano, dicembre 1972, pag 28 (parziale)
storyboard del Monumento Continuo, da Casabella n 358, 1971
storyboard del Monumento Continuo, da Casabella n 358, 1971
Nel 1966 Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia fondano Superstudio, negli anni a venire si unirianno a loro Roberto Magris, Gian Piero Frassinelli, Alessandro Magris e Alessandro Poli.
Un lavoro, per dirla con le parole di Natalini “..in una specie di terra di nessuno, che era quella che si stendeva tra arte e design, tra politica e utopia, tra filosofia e antropologia, era un tentativo radicale..” Probabilmente da questo la definizione di architettura radicale, una critica radicale alla società dei consumi si, ma più complessivamente al contesto nel quale si lavorava.
Superstudio coltivò utopie in negativo, l’irrazionale veniva coltivato per opporsi all’eccessivo razionalismo e al mito del funzionalismo. L’intento era quello di diffondere l’architettura e il design d’avanguardia.
I rapporti di amicizia e scambio a livello europeo con gli inglesi Archigram crearono delle radici ramificate e una risonanza molto importante, che poi portò alla consacrazione definitiva, a livello mondiale, con la mostra Italy The New Domestic Landscape al Moma di New York nel 1972.
Poi ci fu l’esperienza con Archizoom, Sottsass e altri protagonisti dell’architettura radicale, di “Global tools” che produsse alcuni grandi seminari senza mai però veramente decollare.
Dunque ognuno prese la propria strada…
Dunque ognuno prese la propria strada…
In mostra, immagini fotografiche, alcuni oggetti della serie storica Istogrammi del 1969, litografie, lampade originali, pubblicazioni e film di Superstudio. Inoltre, il modello della prima mostra congiunta di Superstudio e Archizoom Superarchitettura (1966/2002), realizzato in occasione della rassegna regionale Continuità in Toscana: 1945-2000 e il microambiente originale realizzato per la mostra al Moma del 1972.
Quaderna, nata nel 1970, ideata dal Superstudio di Firenze (fondato da Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia nel ’66) fu messa in produzione nel 1971 da Zanotta che tutt’oggi l’ha in catalogo. Erano gli anni del “radical design”, movimento molto attivo nell’area fiorentina, che contestava in modo aperto non solo lo stato del design alla fine degli anni ’60, ma tutto il contesto sociale in cui i progettisti operavano. Una critica esplicita al rigido e dogmatico funzionalismo dell’accademia, contro cui si proponeva una visione liberatoria della vita e del progetto. ... stavano lavorando nel ’69 agli “Istogrammi”: oggetti costruiti sulla base di un reticolo spaziale a maglia ortogonale, adattabile alle diverse scale, dal design all’urbanistica, il celebre “Monumento continuo”. Una sorta di “Paesaggio artificiale” estensibile a piacere, neutro e forte al tempo stesso. Superstudio pensa dapprima a un unico piano quadrettato “con gambe”, che diventa tavolo o spazio per dormire, ma anche sedia, letto, panca, armadio, sgabello. Nasce una famiglia di mobili unica e irripetibile, icona basata su forme geometriche regolari rivestite di laminato bianco quadrettato (creato appositamente da Abet Print, si chiamò Misura) e caratterizzata da forme molto rigorose, semplici e perfette. «Non pensammo mai a un futuro tutto a quadretti, a un mondo tutta bellezza e ragione. Rimossi i riquadri neri dai piani dei tavoli, questi restano solo scacchiere per angeli», affermavano i componenti di Superstudio. La collezione ha ricevuto numerosi premi ed è esposta nei principali Musei del mondo.
sulla mostra del 2012: Superstudio/backstage. L’architettura incontra l’arte, mostra che documenta il percorso di Superstudio dal 1966 al 1978, uno sguardo a questa storica esperienza fiorentina dell’architettura radicale.
Archizoom
Mies a metà tra poltrona e chaise-longue, con il suo profilo astratto e geometrico
Anno: 1969
Materiali: Struttura in acciaio cromato
Seduta in lattice elastico deformabile
Poggiatesta rivestito in cavallino
Poggiapiedi luminoso in acciaio, rivestito in cavallino
Misure: L 74 cm
P 131 cm
H 80 cm
produz. Poltronova
Apollo 11, 21 luglio 1969, sbarco sulla Luna
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Joe COLOMBO
vedi:
LEZIONE 6 - PARTE SECONDA/INTEGRAZIONE - qualche annotazione su Joe Cesare Colombo (dispensa) |
INTEGRAZIONE A LEZIONE 6: C POLIDORI, Joe (Cesare) Colombo, qualche annotazione sul designer / 1° Dicembre 2016
poker table, 1968, Zanotta
Table made of plastic laminate .in which tubular metal legs are embedded. Surfaces rotating out of the table corners are for seen for ash-trays.
SMOKE GLASS
AJC 0112 Design 1964 - Production 1969 The design is specifically oriented to the simultaneous use of the glass along with cigarette, thanks to the form of the stem of the glass which can easily be inserted in the space between thumb and index finger while the glass itself rests on the back of the open hand. This glassware has been utilized by people with limited manual dexterity. Manufacturer: ARNOLFO DI CAMBIO |
www.arnolfodicambio.com |
AJC 0139
Design 1970 - Production 1970 |
MULTI-CHAIR ARMCHAIR AJC. 0146 Design 1970 - Production 1970
Convertible system composed of two stuffed and elasticized fabric-covered cushions which can be used separately or together. They can be positioned differently to form chairs, or armchairs of various orientation, for conversation or relaxation. Two hooks with leather connections serve to fix the cushions in place.
Manufacturer: B-LINE www.b-line.it
Multichair, è un sistema trasformabile composto da due elementi distinti che lo trasformano facilmente in sedia, poltrona da conversazione o da relax. Si tratta di un prodotto realizzato con tutto il rispetto che merita un'icona del design. Entrambi i cuscini hanno una struttura interna in acciaio e sono imbottiti in poliuretano espanso. Il tessuto elasticizzato del rivestimento viene incollato, in corrispondenza delle curve, per mantenere inalterata la forma mentre le cinghie in cuoio, grazie all'ausilio di perni e boccole, permettono di tenere uniti gli elementi tra di loro. Le cuciture sono in parte realizzate a mano e l'intera produzione è rigorosamente made in Italy. Oltre al contenuto tecnico e alla qualità dei materiali, Multichair è caratterizzata anche da una doppia anima, un po' seria e un po' informale, in perfetto stile pop.Parte della collezione permanente del MoMA e del Metropolitan Museum of Art di New York. |
Design 1970 -Production 1970
Table and alarm clock with non-reflective glass. The case of the mechanism is cylindrical and creates an anti-reflective shield for the dial. The clock can be positioned parallel or angled to any surface. It can be wall-mounted by using the hole on the back.
Manufacturer: ALESSI
Table and alarm clock with non-reflective glass. The case of the mechanism is cylindrical and creates an anti-reflective shield for the dial. The clock can be positioned parallel or angled to any surface. It can be wall-mounted by using the hole on the back.
Manufacturer: ALESSI
vedi sito ufficiale Gaetano Pesce: http://www.gaetanopesce.com/gaetanopesce.html
biografia sul sito ufficiale su gaetanopesce.com. URL (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2010).Gaetano Pesce - https://web.archive.org/web/20101019222754/http://www.gaetanopesce.com/gaetanopesce.html
"The Museum of Modern Art
ITALY: THE NEW DOMESTIC LANDSCAPE, one of the most ambitious design exhibitions ever undertaken by The Museum of Modern Art, will be on view in the galleries and gar- den from May 26 through September 11cfr.: http://www.moma.org/momaorg/shared/pdfs/docs/press_archives/4800/releases/MOMA_1972_0029_26.pdf:
Directed and installed by Emilio Ambasz, Curator of Design in the Museum's Department of Architecture and Design, the exhibition reports on current design developments in Italy with 180 objects for household use and 11 en- vironments commissioned by the Museum.
The exhibition is presented under the sponsorship of the Ministry of Foreign Trade of Italy and the Italian Institute of Foreign Trade (I.C.E.) and the Gruppo ENI, with contributions from ANIC and Lanerossi (companies of Gruppo ENI), Fiat, Olivetti, Anonima Castelli, Alitalia, and Abet Print}and with the collaboration of a large number of Italian industries.
Italy, Mr. Ambasz says, is not only the dominant product design force in the world today but also illustrates some of the concerns of all industrial societies. Italy has assumed the characteristics of a micro-model where a wide range of possibilities, limi- tations and critical problems of contemporary designers throughout the world are re- presented by diverse and sometimes opposite approaches. These include a wide range of conflicting theories about the present state of design activity, its relation to the building industry and to urban development^as well as a growing distrust of objects of consumption...."
Curated by Emilio Ambasz in
1972, Italy: The New Domestic Landscape MOMA NYC 1972: Archizoom, Gae Aulenti , Mario Bellini, Joe Colombo, Gruppo Strum e 9999, Ugo La Pietra, Gaetano Pesce, Alberto Rosselli, Ettore Sottsass Jr., Superstudio, Marco Zanuso e Richard Sapper. con Gruppo ENI, with contributions from ANIC and Lanerossi (companies of Gruppo ENI), Fiat, Olivetti, Anonima Castelli, Alitalia, and Abet Print
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"The Museum of Modern Art
ITALY: THE NEW DOMESTIC LANDSCAPE, one of the most ambitious design exhibitions ever undertaken by The Museum of Modern Art, will be on view in the galleries and gar- den from May 26 through September 11cfr.: http://www.moma.org/momaorg/shared/pdfs/docs/press_archives/4800/releases/MOMA_1972_0029_26.pdf:
Directed and installed by Emilio Ambasz, Curator of Design in the Museum's Department of Architecture and Design, the exhibition reports on current design developments in Italy with 180 objects for household use and 11 en- vironments commissioned by the Museum.
The exhibition is presented under the sponsorship of the Ministry of Foreign Trade of Italy and the Italian Institute of Foreign Trade (I.C.E.) and the Gruppo ENI, with contributions from ANIC and Lanerossi (companies of Gruppo ENI), Fiat, Olivetti, Anonima Castelli, Alitalia, and Abet Print}and with the collaboration of a large number of Italian industries.
Italy, Mr. Ambasz says, is not only the dominant product design force in the world today but also illustrates some of the concerns of all industrial societies. Italy has assumed the characteristics of a micro-model where a wide range of possibilities, limi- tations and critical problems of contemporary designers throughout the world are re- presented by diverse and sometimes opposite approaches. These include a wide range of conflicting theories about the present state of design activity, its relation to the building industry and to urban development^as well as a growing distrust of objects of consumption...."
Joe Colombo, Unità arredativa globale - "The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972
da: Casa Vogue, 1972, pp. 91-99: pag. 93 |
"The New Domestic Landscape", MOMA NY, 1972 modulo Joe Colombo a sinistra e Gae Aulenti a destra.
da: l’Espresso colore, Umberto Eco, Dal cucchiaio alla città/mostra a New York del design italiano: una civiltà raccontata a matita, supplemento, n. 23, 4 giugno 1972, pp. 4-23: pag. 16 |
The New Domestic Landscape, MOMA NY, 26 maggio - 11 settembre, 1972
mario bellini,car-a-sutra & sempre al MOMA - Museum of Modern Art di New York - collezione permanente design 1973 Mario Bellini & Divisumma 18 Olivetti
1950 Marcello Nizzoli Lettera 22 Olivetti
........ e non ci siamo dimenticati del "mito" della 500 Fiat (versioni con aperture di porte, etc dal 1957 al 1975 |
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