LEZIONE 1 - Definizioni (& decalogo) & INTEGRAZIONE - Appunti alla Lavagna, esempi, prototipo lampada da tavolo Anemone 2019, Trick and Treat 2016, LEZIONE 17, 24 e 31 Ottobre, 14 Novembre
CORSO DI DESIGN 2018-2019
CORSO DI DESIGN 2018-2019
PROF ARCH CECILIA POLIDORI
Sixties Design in the World
Metal, Plastic, Fashion, Music, Cinema and TV - LEZIONI e
PIATTAFORME DIDATTICHE - Creative Crowdsourcing Design Platform
/ deepsdesignbycp@gmail.com
LABORATORY
DESIGN methods by use of creative platforms -
Interactive
Systems for the Creation and Evolution of Web Platform Projects,
Prototyping,
Communication Strategy, Crowdsourcing Design, Processing Platforms,
an experimental
project on interoperability of research and teaching of Data-Design
conducted through
innovative scenarios and forms of organization of the processes
of interactive and
collective learning.
PROJECTS,
EXPERIMENTS AND PROTOTYPES WITH DIFFERENT MATERIALS
_____________________________________________________
LEZIONE 1 - PREMESSA/
1. definizione Pop
Art & frikkettone/
2. design & arte/ utilità & inutilità/
3. introduzione
al disegno industriale/
4. definizione di DESIGN – “corpo della merce”
5. Format (IN AGGIORNAMENTO)& 14+4
regole fondamentali/
6. riferimenti a Link di recenti piattaforme
didattiche web
attivate/
______________________________________________________
PREMESSA
Il campo del dibattito è davvero troppo esteso per stringerlo in un
Corso anche se focalizzato sugli anni ’60, quindi saranno solo accennati alcuni
temi progettuali, alcune innovazioni, alcuni straordinari esempi e qualche
aspetto di designer.
"Il
design rappresenta il punto in cui convergono grandi idee che, derivando
dall’arte, dalla scienza e dall’economia, si sono arricchite e sovrapposte in
modo creativo l’una con l’altra.
... Il termine design è
riuscito a ritagliarsi una posizione chiave nel linguaggio quotidiano perché
iniziamo a non credere più (forse a buon diritto) che l'arte e la tecnica siano
fonti di valore, e a renderci conto dell'intenzione (design) che le
sorregge."
(Vilém FLUSSER, Filosofia
del design, NY 2001, Bruno Mondadori, Mi, 2003)
Con DESIGN – Disegno industriale - si può intendere e
tentare di definire tanto e sempre (il primo multiplo in argilla essiccata era “design”?).
Cos'è, cosa sia, cosa possa ritenersi, cosa sia stato e quanto e come sia
presente nel nostro quotidiano sono temi presenti in ogni testo e articolo del
settore. Ritengo sia più difficile o complessa la definizione Design
- anche in base al periodo storico - che quella di Arte.
Per questo Corso che prevede 8 CFU ed è l'unico nel piano di Studi, ci
atterremo a fatti semplici e forse anche superati oggi. Ci serviranno solo
alcune definizioni (molto datate) poiché ci inoltreremo direttamente in un
periodo assolutamente epico del Design: gli anni
'60.
Il DESIGN
anni '60, e soprattutto l'Italian
Style, restano le punte di diamante, le espressioni e soprattutto le coraggiose
speranze investite nel mondo produttivo, alcune ancora non solo valide ma
persino insuperate e presenti nel nostro vivere quotidiano.
Al DESIGN anni '60 si
arriva dopo altre meravigliose formule espressive tra cui Art
Nouveau, Liberty, Arts and Craft, De Stijl, Bauhaus ed il design anni '50 le
quali, ovviamente sinonimi di produzione artigianato/industriale,
condurrebbero a distinzioni su quale sia arte o artigianato o design, ma
che qui, in questo Corso prevedono solo la conoscenza della loro espressività
"Quando compri/scegli un'automobile, è la forma, che
scegli: dai per scontato che funzioni!"
ripeteva Roberto SEGONI,
designer e docente a Firenze e ciò varrà anche riguardo alla parte progettuale
di questo corso.
Frikkettone o Fricchettone: significato
Italiano negli anni '70 per identificare in maniera scherzosa un figlio
dei fiori, un hippie, persona anticonformista, ribelle, anomalo,
capriccioso, bizzarro, non comune.
stravagante, bizzarro,
drogato, strano, gay, etc. Adesso lo si usa anche per definire un tipo
snob o antiquato, fuori moda, rimasto agli anni '70.
Sinonimi:
insolito, anomalo,
anormale, atipico, non rappresentativo, irregolare, fluky (= prodotto da
serendipità casuale ma opportuno e tempestivo, fortuito, propizio),
eccezionale, inspiegabile, bizzarro, queer (= tipo strano, insolito)
particolarmente strano, bizzarro, imprevedibile, inaspettato, inatteso,
sorprendente, raro, singolare, isolato; anomalia, aberrazione, rarità,
stranezza, fatto insolito, colpo di fortuna, scherzo del destino
Parola nata con i movimenti
giovanili degli anni '70, indicava l'anticonformista, il ribelle che rifiuta le
regole sociali tradizionali imposte e le ideologie convenzionali e che di
conseguenza si vestiva in modo non convenzionale, anzi facendo - e ostentando
con il proprio abbigliamento - una bandiera. Da qui il passo a
identificare quelle persone che si vestivano in maniera appariscente e poi le
persone che facevano uso di droghe. Oggi, rivoluzioni o contestazioni,
fatte o no, rimane quell'evidente segnale formale sovente poco
esibito: una ribellione interiore, forse comoda, sbandata e non
particolarmente fertile.
La denotazione del fricchettone, man mano si è
andata rendendo molle, simpatica e superficiale: non indica quasi più una
tendenza ideologica o una tensione morale. Indica un modo di vestire fra il trasandato
e lo stravagante, una rilassata ed ironica inerzia progettuale.
_________
(*)dall'Inglese: freak modo
colloquiale di riferirsi ai figli dei fiori. in Inglese indica
una persona dall'aspetto o dal comportamento inusuale, qualcosa di
strano, bizzarro, fuori dagli schemi: come appunto erano e sono visti i figli
dei fiori. Uno fuori dalla norma, anticonformista, mostro o
"fenomeno da baraccone", un originale e un po' fumato.
a very unusual and
unexpected event or situation.
the teacher says the accident
was a total freak
sinonimi: unusual, anomalous, aberrant, atypical, unrepresentative, irregular, fluky, exceptional, unaccountable, bizarre, queer, peculiar, odd, freakish, unpredictable, unforeseeable, unexpected, unanticipated, surprising, rare, singular, isolated; anomaly, aberration, rarity, oddity, unusual occurrence, fluke, twist of fate.
Tom Wesselmann (1931 - 2004), Smoker, 1 (Mouth, 12), 1967, Museum
of Modern Art, New York; Olio su tela, in due parti, Totale 9 '7/8 "x
7' 1" (276,6 x 216 cm)
(© Estate
di Tom Wesselmann / Concesso in licenza da VAGA, New York, NY, Photo Credit:
Jeffrey Sturges)
Il
termine Pop degli anni '50 è riferito
all'emergente cultura popolare, una sorta di liturgia celebrativa dello
sviluppo della
cultura
consumistica popolare americana.
"Negli anni
Sessanta cultura Pop e stile di vita s'intrecciano strettamente. Il Pop
caratterizza quelle vibrazioni di un'epoca che toccano tanto l'esistenza
collettiva e i processi sociali quanto la sfera personale, un'atmosfera di
fondo che programmaticamente si riflette nell'arte. Una tale sovrapposizione,
un avvicinamento tra arte e vita così evidente e manifesta non ha quasi
precedenti nella storia dell'arte, a eccezione forse della decadente esuberanza
formale degli anni Venti.
... Pop è una parola d'ordine
vibrante, critica, ironia, già pronta a rispondere agli slogan dei mass media,
le cui storie fanno storia, la cui estetica determina l'opera artistica e
l'immagine del tempo, i cui cliché preconfezionati influenzano i comportamenti
della gente.
Il Pop è un fenomeno culturale assolutamente
occidentale, maturato nelle condizioni di capitalismo e tecnologia della
società industriale. L'America è il centro di questa visione. La conseguenza
per tutto il resto dell'Occidente, soprattutto per gli europei, è che la loro
cultura viene americanizzata".
(Tim OSTERWOLD, Pop
Art-un movimento degli anni sessanta, pag.6, in: Pop
Art, Taschen, MI, 1991)
La Pop
Art è un movimento artistico emerso a metà degli anni '50
in Gran Bretagna e alla fine degli anni '50 negli Stati Uniti. La Pop
Art ha presentato una sfida alle tradizioni d'arte includendo
l'immaginario dalla cultura popolare come la pubblicità, le news, ecc. Il
materiale oggetto dell'espressione artistica è, a volte, rimosso visivamente
dal suo contesto noto, isolato, e/o in combinazione con materiale estraneo. Il
concetto di pop art si riferisce non tanto per l'arte stessa, come per gli
atteggiamenti che portano ad esso.
La Pop Art è una corrente artistica che deriva
dalla parola inglese "popular art" ovvero arte popolare,
cioè cultura Pop e stile di vita. Il termine inglese è
riferito al popolo come massa, quindi popolare, amato, che ha radici nella
tradizione; ossia: abitudini e comportamenti consumistici della società di
massa, consumismo, marketing, etc. ergo massiccia ristrutturazione della
domanda/offerta di beni di consumo.
2. design & arte/ utilità
& inutilità
"...(si) tenda
a dare maggior valore a quel che potrebbe essere chiamato l'inutile, piuttosto
che all'utile... E, più fondamentalmente, mentre l'arte è inutile, il design è
utile. Così Picasso è una figura di gran lunga più centrale
nella cultura del ventesimo secolo di Le Corbusier...
... tra la vendita di una
particolare Red Blue Chair che Rietveld usava
per sé ... fu messa all'asta da Phillips a New York il 4 Dicembre 2000 con
una valutazione di 150.000-250.000 $... e
quella della Composizione con blu, giallo e bianco di Mondrian...
la tela è stata venduta da Christie's nel 2003 per 8.071.500 dollari.
... Il prezzo, naturalmente,
può trasformare un oggetto utile in un oggetto inutile... pezzo da collezione,
può presto acquistare un valore troppo alto perché ci si arrischi ad usarlo...
prototipi che non sono mai arrivati in produzione. In altre parole, i più
inutili degli utili sono i più preziosi.
...
L'inutilità,
a quanto sembra, è la qualità più valutata.
...
Nessuno più di Andy Warhol ha percorso una strada più
complessa e sfumata tra arte e design, e tra utilità e inutilità... Warhol
capace di dirci allegramente qualcosa che già sapevamo: che l'arte moderna è
una truffa all'americana... Dedicò la sua intera carriera a esplorare le contraddizioni
tra la feticizzazione delle immagini originali e la loro riproduzione
meccanica... con l'impresa ben più radicale di cambiare il modo in cui l'arte
veniva percepita esplorando la potenza delle più banali immagini
commerciali.
©
foto cecilia polidori MoMA NY 2011
|
...così il museo continua a
parlare delle virtù dell'utilità e della produzione in serie mentre sacralizza
al suo interno l'inutile e il pezzo unico... l'elicottero Bell 47 D1 che
pende ancora in una sala del museo... verde sgargiante... è un oggetto a cui...
l'ex curatore per l'architettura e il design del MoMA ha fatto
riferimento chiamandolo "la nostra vittoria alata"... La Vittoria
alata del Louvre è in cima a una rampa di scale, e
questo costituisce un messaggio relativo alla sua importanza che risulta
abbastanza chiaro anche alla maggior parte dei visitatori che non hanno mai
sentito parlare di Samotracia. L'elicottero del MoMA è anch'esso sospeso sopra
una scalinata, anche se penzola da una rete di cavi.
Quando fu disegnato
da Arthur Young, nel 1945, il 47D1 era
il primo elicottero americano dotato di un brevetto commerciale... Addirittura,
quando fu acquistato per il museo nel 1983 la sua linea di produzione era già
stata smantellata da un decennio. Quel che rende... è il semplice fatto che è
stato il primo al mondo ad essere esposto in un museo d'arte moderna... È insieme bello e
inutile...
il design è l'incarnazione del
commercio, non della cultura."
(Deyan SUDJIC, The
Language of Things, 2008, trad. it.: Il linguaggio
delle cose, Bari, 2009, pp.134-175).
3. introduzione al disegno industriale
Gillo DORFLES, Introduzione al disegno Industriale/
Linguaggio e storia della produzione di serie, ed. Cappelli
Bologna, 1963, ed rived e corr. Einaudi PBU, Torino, 3a 1972, 2001, pp. 11-12 e succ.
"... non aver ancora compreso come il concetto steso di
'arte' sia venuto mutandosi negli ultimi decenni, per cui non si dovrà più
considerare come artistico soltanto il prodotto delle 'arti belle': pittura,
scultura, architettura, ma anche molti degli oggetti, degli strumentari, di cui
la attuale civiltà tecnologica si vale nelle sue manifestazioni... Potremo perciò
riassumere... affermando che, mentre già in passato esistevano prodotti creati
manualmente o solo parzialmente con interventi meccanici (ceramica, vetro),
destinati a scopi pratici e utili, e provvisti di qualità estetiche (utensili,
armi, arnesi preistorici, suppellettili, ecc.), e altresì numerosi elementi
modulari, parzialmente e anche totalmente standardizzati, soltanto ai
nostri giorni - ossia dopo l'avvento della rivoluzione industriale - si è data
la produzione di oggetti, di sagome, di modelli, in grado di essere
riprodotti in serie, e tali da adempiere, oltre che ad una funzione
pratica-utilitaria, anche ad una estetica. "
4. definizione di DESIGN – “corpo della merce”
“... si accetta che il
compito del disegno industriale consista nel progettare la forma del
prodotto... Di norma, per disegno industriale si intende la progettazione di
oggetti fabbricati industrialmente, cioè fabbricati tramite macchine, e in
serie...
“forma della
merce”... Riassumendo: in ogni sistema in cui, in un modo o nell’altro, vige lo
scambio di merci, il disegno industriale è strettamente connesso con il processo
di determinazione della “forma della merce”.
(Tomàs
MALDONADO, Disegno Industriale: un
riesame, ed. Feltrinelli,
Milano, 1976, 2a ediz 1986, pp. 7-12)
... la difficoltà di definire cosa sia valore
nell’oggetto industriale, dove, abilità tecnica, simbolo sociale, conoscenza,
utilizzabilità, costo, dono e scambio si intrecciano ad una serie di questioni
specifiche della storia dell’estetica e della critica d’arte. Difficoltà che
aumentano notevolmente, se non si vuole ridurre la questione della qualità ad
un puro problema di gradimento... Ogni società degna di questo nome deve almeno
progettare prodotti le cui qualità sembrino al momento inaccettabili ma tese
verso un orizzonte futuro, verso almeno un’immaginazione sociale alternativa.
Se si vuole in una parola tener fede al progetto come tensione verso
l’integrità dei vari aspetti che conducono alla costruzione del prodotto, alla
sua tensione cioè verso una necessità collettiva, verso un “principio di
speranza”.
(Vittorio Gregotti, Il
disegno del prodotto industriale/ Italia 1860-1980, ed. Electa, Milano
1982, pag 7)
e, da un'intervista a Enzo MARI nel 2000: "Il
lavoro manuale sembra scomparso... le macchine vanno sostituendo l'uomo... ma
il lavoro come trasformazione e progettazione è un bisogno fondamentale
dell'umanità. L'aspetto manuale va difeso: è l'unica garanzia per realizzare un
progetto proprio... che si risolve, attraverso il fare, in un'invenzione, in
una scoperta.
... La parola design è nata quando William
Morris e altri reagirono al degrado di Londra immaginando una
produzione di qualità.
"L'etica è l'obiettivo di ogni progetto.
Tra i capolavori del design non ce n'è uno che non sia fallito come prodotto di
massa, perché l'oggetto racconta sempre
di una società diversa. Quando è di qualità è un'allegoria, allude a
condizioni di lavoro non alienanti..."
Fu tra i principali fondatori del movimento
delle Arts and Crafts; è considerato antesignano dei moderni designer ed ebbe una notevole influenza sull'architettura e
sugli architetti del suo tempo. Da molti è considerato il padre del Movimento Moderno, sebbene non fosse architetto egli stesso. Ha dato anche un importante contributo al
rilancio delle arti tessili tradizionali e gli annessi metodi di produzione.
Il movimento Arts and Crafts stato
un movimento artistico per la riforma delle arti applicate, una sorta di reazione colta di artisti e intellettuali all'industrializzazione galoppante
del tardo Ottocento.
Tale reazione considera l'artigianato come
espressione del lavoro dell'uomo e dei suoi bisogni, ma soprattutto come valore
durevole nel tempo e tende a disprezzare i pessimi prodotti, la bassa qualità
dei materiali e il miscuglio confuso di stili distribuiti dalla produzione industriale.
Il design è il linguaggio più
diffuso nella società contemporanea... Disegnare prodotti significa pensare alle 2 funzioni
fondamentali di ogni tipo di attività umana: l'aspetto pratico ed il valore estetico...
Il design industriale nasce all'inizio del 900... il suo pregio estetico...
dipende quindi dalla progettazione, non dall'esecuzione. Questa è la differenza
fondamentale rispetto al prodotto artigianale, dove è invece l'abilità
dell'artigiano a determinare forma e fascino espressivo. Già nella seconda metà
dell'800 proprio per reagire alla logica produttiva che non considerava
l'aspetto estetico dei prodotti, nasceva il movimento Arts and Craft fondato
da William Morris... componente manuale e artigianale con la
meccanizzazione della nascente industria moderna. Il primo vero e proprio
designer è stato Peter Beherens, che a partire dal 1909...
attraverso la prima grande scuola di design fondata nel 1919... questa
disciplina progettuale ha raggiunto
diffusione internazionale, riuscendo a rendere bello e confortevole qualsiasi
oggetti prodotto industrialmente.
... L'età d'oro per lo
sviluppo del disegno industriale è cominciata nel secondo dopoguerra,
soprattutto in Italia, paese al quale si riconosce il primato progettuale e
creativo nel campo... del design. Non è un caso che il Compasso d'Oro, il
premio più importante del mondo in questo settore, sia italiano: fondato
nel 1954 dalla Rinascente... ADI. (VEDI GIO PONTI)... Il design italiano ha conquistato il mondo:
Al MOMA di New York oltre due terzi degli oggetti esposti
nelle sale dedicate al design sono stati disegnati e prodotti nel nostro
paese....
(Aldo CCOLONNETTI, Il segno del Design, Effe, n 14,
1999, pp.12-13).
Peter Behrens (Amburgo, 14 aprile 1868 – Berlino, 27 febbraio 1940) è stato un architetto e designer tedesco.
Gli esordi progettuali
di Peter Behrens si sono consumati nell'alveo dell'Arts and Crafts Movement, movimento artistico
animato da intellettuali del calibro di William
Morris che intendeva rivalutare l'artigianato proteggendolo
dall'incalzante progresso dell'industria e dalla corruzione del gusto da esso
prodotto.
Il Deutscher
Werkbund ("Lega
tedesca artigiani") è stata un'associazione tedesca, fondata a Monaco di Baviera nel
1907...
Lo scopo dell'associazione era quello di saldare la cesura tra industria e arti
applicate avvenuta nel corso del recente straordinario sviluppo economico,
proponendo una nuova cultura del lavoro industriale nella quale, per ogni
progetto, dovevano essere analizzati i costi di produzione, la qualità
artigianale, le modalità ed i tempi di produzione, cercando di coniugarli con
le politiche aziendali.
Negli intenti della Werkbund c'era anche quello di
mettere la Germania al
passo con lo sviluppo industriale di Inghilterra
e Stati Uniti. Il suo motto
"Vom Sofakissen zum Städtebau" (dai cuscini per il sofà alla costruzione della città) ne svelava
gli obiettivi. L'associazione, a differenza dell'Arts and Crafts,
non punta esclusivamente alla produzione artigianale ed approva i metodi di
lavoro in serie.
La Werkbund rappresenterà una tappa
importante nello sviluppo dell'architettura moderna e
del disegno industriale, in particolare
nella successiva fondazione del Bauhaus.
Il movimento è rimasto in vita fino al 1934 quando
fu soppresso dal regime nazista e
fu fatto rinascere nel 1950 e
rimase in attività fino agli anni sessanta,
perdendo, però, il peso e l'importanza che aveva avuto negli anni precedenti.
Enzo MARI, calendario perpetuo Timor,
prod. Danese, 1967.
grazie alle fascette in pvc apribili a ventaglio, consente di
estrarre giorno e mese, e possiede le caratteristiche di componibilità,
flessibilità, lavabilità, trasformabilità garantite
dalla plastica.
“Le plastiche
(in tutte le loro varianti) diventarono
durante gli anni Sessanta, il
materiale di riferimento di gran parte del design italiano, per i vantaggi che
esse offrivano dal punto di vista tecnico, ma anche per il forte messaggio
innovativo che erano capaci di trasmettere... Comincia infatti a emergere la
vera ideologia delle plastiche e il loro ruolo anche simbolico nel design
italiano: esse erano portatrici di una idea di libertà, di democrazia, di
uguaglianza.”
(Andrea BRANZI, Il design italiano 1964-1990,
Electa, Milano 1996).
5. Format
(IN AGGIORNAMENTO) & 14+4 regole fondamentali
Il PROGRAMMA prevede
due esiti.
Il primo teorico, ossia una conoscenza e informazione generale
su temi, aspetti e problematiche del DESIGN
soprattutto su gli anni ’60.
Il secondo progettuale e sperimentale. Realizzazione di un
manufatto/prototipo seguendo le norme specifiche del FORMAT assegnato durante l’anno.
font obbligatorio
colori:
font obbligatorio
Courier, Courier New
ETICHETTA (vedi FORMAT ETICHETTA)(in aggiornamento)
etichetta totale da stampare e incollare, completa di nome, cognome e titolo dell'opera su parte non visibile o sul retro del prototipo.
titolo, dimensioni, contenuti, etc
in aggiornamento, verrà fornita nel corso dell'anno.
colori:
fedeli alle riproduzioni pop
colori del prototipo finito
in aggiornamento
Inoltre ecco elencate alcune regole: dovrebbe essere superfluo scriverle e ricordarle e
comunque varranno come assolutamente fondamentali.
1. font obbligatorio: COURIER, Courier New.
2. massima puntualità.
3. se la porta è chiusa, non entrare e non disturbare. Appena finita la comunicazione/ argomento, etc, verrà riaperta, poi di nuovo chiusa. etc.
4. non rivolgersi alla Docente con: "Si ricorda di me?", o "si ricorda che Le ho scritto?" etc etc.: perdiamo solo tempo. Meglio introdurre direttamente la questione.
5. evitare il pressing al plurale tipo: "noi", oppure "parlo anche a nome di altri", oppure mentre sto parlando con un allievo, intervenire dicendo "anch'io", "E' il mio stesso caso" etc.: perdiamo solo tempo. Ogni caso è diverso, tutti hanno diritto alla medesima attenzione. Soprattutto è meglio ascoltare, senza interrompere e può darsi che io possa evitare di ripetere qualcosa.
6. Non esiste colpa. si è in Facoltà per imparare, ognuno ha diritto di sbagliare quanto vuole e migliorare se vuole: ma i fatti restano e sono fatti, quindi se dico "questo Lei non l'ha svolto, realizzato o fatto", è una perdita di tempo attaccare con "ma io non ho potuto, ho pensato, ritenevo, ma lui invece, ma il mio gatto, è morta mia zia, mi sono operato, sono stato in rianimazione sospesa, etc." oppure: "ma io ho seeeempre seguito le Sue Lezioni..." etc etc etc. Nulla cambia i fatti e non servono giustificazioni. Meglio darsi da fare e procedere.
Noi del design siamo pragmatici: funziona? mi piace? ok. Mai nessuno ha acquistato o scelto un oggetto perché il designer era lì a spiegare, blaterare o piagnucolando sui motivi, plausibili o no, del mancato funzionamento.
7. iscriversi il prima possibile alla mail-List istituzionale poiché le presenze vengono verificate in base a detto elenco. (non iscriversi a doppie mail-list. Vi garantisco che una è sufficiente).
8. rispettare le scadenze, date con ampio margine e motivate. Bisogna imparare a rispettare i termini, visto che il progetto è un progresso continuo, lo stop ad una fase è solo una delle tappe.
9. evitare approcci tipo "Lei quando c'è?" vista la trasparenza di orari e calendari, di pagine web d'ateneo e delle piattaforme didattiche web che attivo ogni anno.
10. capire i ruoli: chi è il Docente e chi l'Allievo: e, di conseguenza, chi sia a gestire tempistica e modalità di svolgimento dell'insegnamento.
11. ad ognuno il proprio mestiere: io non sono gli Uffici della Segreteria Studenti, né il Presidente del corso di Laurea. Davvero tante cose non le so, non posso saperle, o le dimentico. io so solo che se premo un tasto sul mio laptop compare la schermata dell'elenco degli allievi regolarmente iscritti alle Mail-List. e mi basta. Quindi utilizzare il tempo comune per considerazioni e diatribe sui "si potrebbe, si dovrebbe" e "ma perché, ma perché non?", capisco tutti i tipi di disagio, soprattutto il mio, ma meglio mettersi al lavoro.
12. evitare all'inizio della Lezione di accerchiarmi con le solite domande di cui sopra con l'aggiunta di qualche variante personale del tipo: "arrivo adesso, vorrei sapere che devo fare per superare l'esame" oppure: "devo assolutamente laurearmi domani", poiché la risposta è sempre la stessa: "seguire il corso". Questo corso progettuale di 8 CFU è fondamentale per l'iter curriculare, non è un ostacolo da poter scavalcare.
All'esame si accede e si supera quando avremo, entrambi, allievo e docente, raggiunto, insieme, la consapevolezza di aver compiuto un passo avanti, conosciuto, compreso, valutato definito e concluso un prodotto. Impossibile poterlo snocciolare in una breve formula che traduca il tempo in un anticipo producente. C'è un corso da seguire. tutto qui.
Ovvio che fornisco programmi, pdf scaricabarili con riassunti e siti web per qualunque informazione e, sempre durante la Lezione, anche brevi e meno brevi ricapitolazioni.
Soprattutto non ho intenzione di perdere la prima mezz'ora di ogni Lezione con i NUOVI-VENUTI a discapito di quelli che puntuali sono e sono stati già in aula per lavorare. Anche qui non serve la tiritera di cui sopra con l'aggiunta, altrettanto superflua, se non dannosa in termini di tempo per l'intero gruppo in aula, "scusi scusi", "ma io ma io", o peggio: "ma nessuno me l'ha detto", "non lo sapevo", etc: meglio aiutarmi con i cavi, chiavi, videoproiettore e tutta la baracca dell'approntamento simil-tecnologico.
13. Seguire il corso nelle sue modalità: se dico stampare la dispensa prima della Lezione, se dico presentarsi a Lezione con il portatile, etc, ovvio che vada fatto.
14. Anche fuori dall'aula, in avvicinamento ad essa, nei corridoi, al bar etc, valgono le medesime raccomandazioni: evitare i tragici "Scusi, posso disturbarLa?" etc. evitare i protagonismi. basto io.
inoltre
2. massima puntualità.
3. se la porta è chiusa, non entrare e non disturbare. Appena finita la comunicazione/ argomento, etc, verrà riaperta, poi di nuovo chiusa. etc.
4. non rivolgersi alla Docente con: "Si ricorda di me?", o "si ricorda che Le ho scritto?" etc etc.: perdiamo solo tempo. Meglio introdurre direttamente la questione.
5. evitare il pressing al plurale tipo: "noi", oppure "parlo anche a nome di altri", oppure mentre sto parlando con un allievo, intervenire dicendo "anch'io", "E' il mio stesso caso" etc.: perdiamo solo tempo. Ogni caso è diverso, tutti hanno diritto alla medesima attenzione. Soprattutto è meglio ascoltare, senza interrompere e può darsi che io possa evitare di ripetere qualcosa.
6. Non esiste colpa. si è in Facoltà per imparare, ognuno ha diritto di sbagliare quanto vuole e migliorare se vuole: ma i fatti restano e sono fatti, quindi se dico "questo Lei non l'ha svolto, realizzato o fatto", è una perdita di tempo attaccare con "ma io non ho potuto, ho pensato, ritenevo, ma lui invece, ma il mio gatto, è morta mia zia, mi sono operato, sono stato in rianimazione sospesa, etc." oppure: "ma io ho seeeempre seguito le Sue Lezioni..." etc etc etc. Nulla cambia i fatti e non servono giustificazioni. Meglio darsi da fare e procedere.
Noi del design siamo pragmatici: funziona? mi piace? ok. Mai nessuno ha acquistato o scelto un oggetto perché il designer era lì a spiegare, blaterare o piagnucolando sui motivi, plausibili o no, del mancato funzionamento.
7. iscriversi il prima possibile alla mail-List istituzionale poiché le presenze vengono verificate in base a detto elenco. (non iscriversi a doppie mail-list. Vi garantisco che una è sufficiente).
8. rispettare le scadenze, date con ampio margine e motivate. Bisogna imparare a rispettare i termini, visto che il progetto è un progresso continuo, lo stop ad una fase è solo una delle tappe.
9. evitare approcci tipo "Lei quando c'è?" vista la trasparenza di orari e calendari, di pagine web d'ateneo e delle piattaforme didattiche web che attivo ogni anno.
10. capire i ruoli: chi è il Docente e chi l'Allievo: e, di conseguenza, chi sia a gestire tempistica e modalità di svolgimento dell'insegnamento.
11. ad ognuno il proprio mestiere: io non sono gli Uffici della Segreteria Studenti, né il Presidente del corso di Laurea. Davvero tante cose non le so, non posso saperle, o le dimentico. io so solo che se premo un tasto sul mio laptop compare la schermata dell'elenco degli allievi regolarmente iscritti alle Mail-List. e mi basta. Quindi utilizzare il tempo comune per considerazioni e diatribe sui "si potrebbe, si dovrebbe" e "ma perché, ma perché non?", capisco tutti i tipi di disagio, soprattutto il mio, ma meglio mettersi al lavoro.
12. evitare all'inizio della Lezione di accerchiarmi con le solite domande di cui sopra con l'aggiunta di qualche variante personale del tipo: "arrivo adesso, vorrei sapere che devo fare per superare l'esame" oppure: "devo assolutamente laurearmi domani", poiché la risposta è sempre la stessa: "seguire il corso". Questo corso progettuale di 8 CFU è fondamentale per l'iter curriculare, non è un ostacolo da poter scavalcare.
All'esame si accede e si supera quando avremo, entrambi, allievo e docente, raggiunto, insieme, la consapevolezza di aver compiuto un passo avanti, conosciuto, compreso, valutato definito e concluso un prodotto. Impossibile poterlo snocciolare in una breve formula che traduca il tempo in un anticipo producente. C'è un corso da seguire. tutto qui.
Ovvio che fornisco programmi, pdf scaricabarili con riassunti e siti web per qualunque informazione e, sempre durante la Lezione, anche brevi e meno brevi ricapitolazioni.
Soprattutto non ho intenzione di perdere la prima mezz'ora di ogni Lezione con i NUOVI-VENUTI a discapito di quelli che puntuali sono e sono stati già in aula per lavorare. Anche qui non serve la tiritera di cui sopra con l'aggiunta, altrettanto superflua, se non dannosa in termini di tempo per l'intero gruppo in aula, "scusi scusi", "ma io ma io", o peggio: "ma nessuno me l'ha detto", "non lo sapevo", etc: meglio aiutarmi con i cavi, chiavi, videoproiettore e tutta la baracca dell'approntamento simil-tecnologico.
13. Seguire il corso nelle sue modalità: se dico stampare la dispensa prima della Lezione, se dico presentarsi a Lezione con il portatile, etc, ovvio che vada fatto.
14. Anche fuori dall'aula, in avvicinamento ad essa, nei corridoi, al bar etc, valgono le medesime raccomandazioni: evitare i tragici "Scusi, posso disturbarLa?" etc. evitare i protagonismi. basto io.
inoltre
15. se possibile, evitare di fingere. sono stata allieva
anch'io ed ho poi avuto migliaia di studenti: conosco anche troppo bene
l'indifferenza mascherata etc etc. parleranno i fatti, ovvero i prodotti.
16. evitare i no: "non so che devo fare", "non mi viene in mente nient'altro", etc. Il corso ogni anno sforna bellissimi prototipi e gioia per gli autori e per tutto il personale docente e non docente della Facoltà. Questo corso non è certo programmato per creare frustrazioni, bensì consapevolezza e competenza, abitudine a rispettare normativa e format e occasione di sperimentazione.
16. evitare i no: "non so che devo fare", "non mi viene in mente nient'altro", etc. Il corso ogni anno sforna bellissimi prototipi e gioia per gli autori e per tutto il personale docente e non docente della Facoltà. Questo corso non è certo programmato per creare frustrazioni, bensì consapevolezza e competenza, abitudine a rispettare normativa e format e occasione di sperimentazione.
17. tenere sempre presente (almeno è presumibile) che
siamo insieme legati da scelte di affinità ed interessi culturali, dove non
è prevista noia, sopportazione, bensì il privilegio della passione,
entusiasmo, e fiducia.
18. ... it's getting late quando dico:
"pausa", intendo anche per me!
presenze
La
presenza è verificata sull'elenco degli iscritti alla Mail-List del corso.
____________________________
6.
riferimenti a Link di recenti piattaforme didattiche web attivate
elenco recenti link corso di
DESIGN prof arch Cecilia POLIDORI
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- Università degli Studi Mediterranea - Corsi di laurea e di laurea magistrale - Scheda insegnamento·
- DESIGN 2017-8 Corso Scienze dell'architettura
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- freak & pop design . design frikkettone 1
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- freak & pop design . design frikkettone
- freak & pop design - design frikkettone 2
- freak & pop design - design frikkettone 3
- freak & pop design - design frikkettone 4
______________riferimenti
al Corso di Design 2015/16:
http://designfrikkettone2.blogspot.it/
http://designfrikkettone3.blogspot.it/
______________riferimenti al
Corso di Design 2013/14:
INTEGRAZIONE LEZIONE DEL 24 OTTOBRE
1
DESIGN 2013/14 n 1 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested - http://design-cecilia-polidori-2014-1.blogspot.it/
2
DESIGN 2013/14 n 2 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested - http://design-cecilia-polidori-2014-2.blogspot.it/
3
DESIGN 2013/14 n 3 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested - http://design-cecilia-polidori-2014-3.blogspot.it/
Appunti alla lavagna - Lezione 24 Ottobre 2019 |
prototipo presentato in aula nella Lezione del 24 Ottobre 2019
Marina ROMANELLO - lampada da tavolo Anemone, Giugno 2019.
Marina ROMANELLO - lampada da tavolo Anemone, Giugno 2019.
vedi link:
27 Maggio 2019 (video)
INTEGRAZIONE LEZIONE DEL 31 OTTOBRE
Alcuni tra i prototipi realizzati per Halloween - allievi del Corso di Design 2016-7, prima Esercitazione: Antonino Parisi "Mummia", Caterina Porpiglia "Cimitero", Diego Bramato "Maison Le Fantômier", Antonino Caminiti "Zucca" (video), Damiano Casoria "Lapide" (video). 27 Ottobre 2016
vedi:
freak & pop design . design frikkettone 1: ESERCITAZIONE 1 - "Trick and Treat" - ESITI - scadenza 27 Ottobre 2016
Antonino Parisi, Mummia |
Caterina Porpiglia, Cimitero |
Diego Bramato, Maison Le Fantômier
Antonino Caminiti, Zucca (video), Damiano Casoria, Lapide (video)
domenica 27 ottobre 2019prototipi in Dipartimento Giovedì 17 e 24 Ottobre 2019
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